Jérôme Lejeune: storia di un uomo libero

Intervista alla postulatrice della causa di beatificazione del celebre genetista, di cui domani ricorre il 20° anniversario della scomparsa

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Intervista con Aude Dugast, postulatrice della Causa di beatificazione del professor Jérôme Lejeune, rilasciata in occasione del 20° della morte del noto genetista.

Il 3 aprile 2014 ricorre il 20° anniversario della scomparsa del professor Jérôme Lejeune. A che punto è oggi la sua causa di beatificazione?

Aude Dugast: Dopo la chiusura dell’inchiesta diocesana, nell’aprile del 2012, il processo è adesso nella sua fase romana. Abbiamo ricevuto una buona notizia alla fine di febbraio, con la firma da parte della Congregazione per le Cause dei Santi del decreto di validità giuridica dell’inchiesta diocesana. È stata riconosciuta la validità del processo diocesano, vale a dire che tutte le tappe dell’istruzione del dossier sono state fatte con rigore, nel rispetto della procedura, e che tutte le informazioni utili allo studio del dossier a Roma sono state ben raccolte e analizzate una prima volta dalle diverse commissioni di esperti, composte da storici, scienziati e teologi. Siamo quindi pronti per varcare le prossime tappe. Si tratta in particolare della Positio, sintesi e analisi delle 15.000 pagine di questa inchiesta diocesana, nella quale ciascuna delle virtù del Servo di Dio Jérôme Lejeune viene studiata per essere presentata successivamente al discernimento dei censori della Congregazione.

Quali sono i principali eventi organizzati per commemorare il 20° anniversario?

Aude Dugast: Sabato prossimo, il 5 aprile, il cardinale André Vingt Trois celebrerà alle ore 10.30 una Messa nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. Anche il cardinale Philippe Barbarin ha voluto rievocare questo anniversario, con una Messa venerdì 4 aprile, alle ore 19, nella chiesa cattedrale primaziale di Saint-Jean a Lione. Tutti gli amici di Jérôme Lejeune e della Causa della Vita sono benvenuti. Infine, a Paray-le-Monial, l’Ora Santa del 3 aprile, attorno al Santissimo Sacramento, proporrà una meditazione per rendere omaggio a Jérôme Lejeune.

Si svolgeranno inoltre un certo numero di eventi non religiosi in Francia e all’estero. Martedì 8 aprile, a Parigi, il Collegio dei Bernardini organizza una conferenza sul tema “Jérôme Lejeune, una coscienza per la scienza di oggi?”, con il professor Arnold Munnich (capo del dipartimento di genetica dell’Ospedale Necker-Enfants malades), Jean-Marie Le Méné (presidente della Fondazione Jérôme Lejeune) e mons. Jacques Suaudeau (consigliere scientifico dell’Accademia Pontificia per la Vita). In un momento in cui il controllo del vivente è oggetto di molti dibattiti, in cui appare difficile di conciliare fede e scienza, la vita e l’opera di Jérôme Lejeune dimostrano che è possibile essere un grande ricercatore e un grande cristiano, e che, facendo progredire la scienza, si può servire magnificamente Dio e i suoi pazienti.

Lei ha fatto anche riferimento ad eventi organizzati all’estero…

Aude Dugast: Una bella mostra itinerante su Jérôme Lejeune sta facendo il giro d’Italia per tutto l’anno 2014, con tavole rotonde e conferenze, e io sono appena tornata da una settimana negli Stati Uniti, durante la quale sono state organizzate due conferenze, una a Washington e l’altra a New York. Scandita da interviste, TV, radio, giornali, questa settimana è stata molto ricca di incontri. È  straordinario vedere l’estensione della reputazione di santità del professor Jérôme Lejeune negli Stati Uniti e la rapidità con la quale questa reputazione cresce, in particolare negli ambienti scientifici.

Tra i medici e i ricercatori più legati a Jérôme Lejeune, ci sono coloro che l’hanno incontrato e sono rimasti profondamente colpiti, più di 20 anni dopo, e coloro che lo scoprono oggi e sono immediatamente attirati, a volte “travolti”, dal suo messaggio e dal suo esempio. Penso in modo particolare a questo medico che si è convertito sentendo Jérôme Lejeune testimoniare durante il famoso processo di Maryville, nel Tennessee, dove aveva difeso l’umanità di sette embrioni congelati contesi dai genitori che stavano divorziando. Dopo la deposizione del prof. Lejeune, ha lasciato la sua attività e ha fondato un centro medico d’avanguardia, senza scopo di lucro. Era stato colpito nel cuore dalla geniale semplicità del prof. Lejeune, che ricordava: “la medicina è l’odio della malattia e l’amore del malato”, con la sua scienza rigorosa e lo sguardo d’amore che portava su ogni essere umano, creato all’immagine di Dio.

Come spiega quest’interesse da parte degli scienziati?

Aude Dugast: L’esempio di questo medico americano è emblematico. Lacerato tra la sua educazione cristiana che lo invitava a rispettare la vita umana e la sua attività scientifica che lo portava a manipolare gli embrioni e a consigliare l’aborto, questo medico ha trovato nell’esempio di Jérôme Lejeune, una nuova strada nella quale poteva finalmente esercitare la scienza senza tradire la sua coscienza. Jérôme Lejeune propone un cammino di libertà intellettuale e spirituale fondata sul comandamento dell’amore “quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” e questo messaggio è percepito molto chiaramente dagli scienziati che si interrogano sulla portata delle loro azioni e dagli studenti in medicina che sanno di dover fare questa scelta. Uno di loro, Francesco, ha recentemente testimoniato di recente sul sito dell’Associazione degli Amici del prof. Jérôme Lejeune: “Sono rimasto immediatamente affascinato dalla vita di quest’uomo, dal modo in cui ha vissuto la sua professione di medico come cammino verso la santità. (…) Una delle cose che mi hanno più colpito immediatamente in Lejeune, è che era un uomo libero. (…) Di fronte alle scelte di mia vita, mi aiuterà a tenere lo sguardo fisso su quello che è mi è più caro”. Potrei anche citare Maria, medico, che ha scritto dall’Argentina: “Prego Jérôme Lejeune tutti i giorni, affinché mi ispiri e mi dia la forza nel mio lavoro quotidiano, al servizio della vita. Lui è il nostro grande ispiratore per noi medici”. Noi riceviamo molte testimonianze di questo genere.

Cosa si aspetta da questo 20° anniversario?

Aude Dugast: Sarei felice se quest’anniversario fosse l’occasione per far conoscere di più Jérôme Lejeune. Quando vedo la gioia di quelli che lo scoprono per la prima volta e la forza che ricevono pregandolo, mi auguro che tutti ne possano beneficiare. E sarei molo felice che il Signore “approfitti” di questo anniversario della “nascita al cielo” del Servo di Dio Jérôme Lejeune, per concedergli un miracolo. Tante persone nel mondo già lo pregano per ottenere la guarigione di persone care molto malate. Questo anniversario è un invito a pregarlo ancora di più.

Chi vuole sostenere la Causa di beatificazione o chiedere delle immaginette, può visitare il sito dell’Associazione: www.amislejeune.org.

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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