Il Papa: Giovanni Duns Scoto, modello per credenti e non

Nel 7º centenario della sua morte

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì 22 dicembre 2008 (ZENIT.org).- In una lettera in occasione del 7º centenario della morte di Giovanni Duns Scoto resa pubblica questo sabato dalla Santa Sede, Benedetto XVI ha proposto il teologo francescano come modello per tutti, “credenti e non credenti”, di ricerca dell’armonia tra fede e ragione.

La lettera è stata inviata nell’ottobre scorso al Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Colonia (Germania), per un congresso sulla figura di questo teologo-filosofo svoltosi a novembre.

Il Papa si è riferito a Duns Scoto, di cui è in corso il processo di beatificazione, come a un “dottore sottile” che, “associando la pietà con la ricerca scientifica”, “con il suo raffinato ingegno così profondamente è penetrato nei segreti della verità naturale e rivelata e ne ha ricavato una dottrina tale da essere” “luce ed esempio a tutto il popolo cristiano”.

“Ben saldo nella fede cattolica, egli si è sforzato di comprendere, spiegare e difendere le verità della fede alla luce della ragione umana. Pertanto null’altro si sforzò di fare se non di dimostrare la consonanza di tutte le verità, naturali e soprannaturali, che promanano da un’unica e medesima Fonte”, ha scritto.

Il Papa ha sottolineato la fedeltà e la sottomissione di Scoto al Magistero della Chiesa e il suo amore per la Vergine Maria – è stato uno dei teologi difensori dell’Immacolata Concezione –, così come la sua concezione della teologia più come contemplazione che come speculazione.

Scoto, ha aggiunto, è stato un grande predicatore del Dio amore, una verità che secondo il Papa è “degna di essere indagata ed insegnata nel nostro tempo”.

Questo maestro della scolastica nacque a Duns (Scozia) verso il 1265 e da giovane entrò nell’Ordine dei Francescani. Intelligente e acuto, studiò nelle università di Parigi, Cambridge, Oxford e Colonia, dove morì l’8 novembre 1308.

Il suo pensiero si distingue per il suo grande amore per la Chiesa (venne espulso dalla Francia perché aveva rifiutato di firmare un libello contro Papa Bonifacio VIII) e per la sua difesa della contemplazione come via per la conoscenza delle verità divine. Fu un grande difensore del dogma dell’Immacolata Concezione.

Anche se la fama della sua santità si estese subito dopo la sua morte, la sua beatificazione non ha avuto luogo fino alla fine del XX secolo (20 marzo 1993, nella basilica di San Pietro) da parte di Giovanni Paolo II.

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ZENIT Staff

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