Il cardinale Sandri nella Chiesa 'ferita' d'Iraq

Ieri la Divina Liturgia nella Cattedrale caldea di S. Giuseppe, oggi la visita nella moschea Abu Hanifa di Baghdad

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Sono stati due i momenti salienti che hanno caratterizzato il primo giorno della visita in Iraq del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il primo – riporta un comunicato del Dicastero – è stato l’incontro, presso la sede della Nunziatura, con la commissione interecclesiale per la stesura dei testi per l’insegnamento della religione cristiana nelle scuole; l’altro, la Divina Liturgia nella Cattedrale caldea di San Giuseppe. 

Al primo appuntamento erano presenti un rappresentante del ministero dell’educazione, due rettori di università del Paese, e diversi componenti della commissione, appartenenti alla Chiesa Cattolica (caldei, latini, siro-cattolici), siro-ortodossa, greco-ortodossa, assira dell’est, copta, armena, protestante:  sacerdoti, religiosi e laici. 

Il governo aveva chiesto ai vescovi del Paese di predisporre dei nuovi libri per l’insegnamento religioso cristiano nelle scuole ‎ed é stato creato l’organismo che ha ultimato i lavori presentando il frutto al cardinale. Il quale ha ringraziato per il lavoro svolto, e per l’occasione di cooperazione ecumenica di cui gli stessi protagonisti si sono rivelati molto contento. Riconoscenza é stata pure espressa al ministero dell’educazione, per l’apertura manifestata e per l’importanza attribuita al lavoro teso ad offrire un’immagine autentica e completa della religione cristiana ai fedeli che se ne avvalgono.

É stata poi condivisa l’opinione che l’attenzione all’aspetto formativo delle giovani generazioni garantisce da ogni possibile deviazione della società ed é stato sottolineato l’apporto delle religioni alla costruzione del bene comune. L’esempio di ascolto e collaborazione tra le diverse chiese e confessioni cristiane ‎può servire da esempio nel confronto della società. 

La Divina Liturgia nella Cattedrale caldea di San Giuseppe é stata concelebrata da Sandri insieme al patriarca Sako, insieme ai vescovi ausiliari Warduni e Yaldo, all’arcivescovo siro cattolico Abba e dal vescovo armeno Dabbaghian. Da parte sua, Sako ha salutato il porporato ricordando le ferite della Chiesa Caldea, il martirio cioè cui é sottoposta e la sofferenza per la situazione di alcuni sacerdoti richiesti di rientrare in patria per sostenere la presenza dei fedeli in Medio Oriente. 

Il prefetto delle Chiese Orientali, al termine dell’omelia, ha affermato che le ferite evocate dal Patriarca sono bene presenti: la Chiesa caldea davvero può dire di aver lavato le sue vesti nel sangue dell’agnello, e si condivide l’auspicio che ogni sacerdote viva l’atteggiamento del Buon pastore, aderendo ai propri impegni e vivendo l’obbedienza richiesta. Per questo tutti sono stati richiamati a tale responsabilità e a rinnovare la comunione con i propri vescovi e con il Patriarca, Capo e Padre della Chiesa Caldea.

Nella mattina di oggi, sabato 2 maggio, il porporato si é recato alla moschea Abu Hanifa di Baghdad, ove sono ospitati circa mille profughi musulmani sunniti provenienti dalle zone di Anbar, accompagnato dai Responsabili di Caritas Iraq. Lì é stato ricevuto dallo shaik della moschea e dal direttore dell’accoglienza. 

Nel dialogo intercorso i referenti musulmani hanno ribadito che l’Iraq é un solo Paese e sono nemici quelli che combattono per dividerlo, e per parte loro continueranno a far sì che i cristiani, che ne sono gli abitanti da prima dell’arrivo dell’Islam, possano continuare a rimanervi. 

Il cardinale ha portato quindi il saluto di Papa Francesco, e ha sottolineato come in queste drammatiche situazioni bisogna far di tutto perché unica vittoria sia quella dell’amore e tutti possiamo convivere rispettando e onorando l’immagine di Dio impressa in ogni uomo.

La visita era accompagnata dai volontari della Caritas Iraq, per questo Sandri ha offerto un contributo per la distribuzione di alcuni generi di prima necessità ai profughi consegnati nelle mani dei volontari definiti un piccolo “esercito della carità”. I responsabili della moschea hanno aderito a questo ringraziamento, affermando che la Caritas é stata la prima a portare i primi soccorsi e ancora si rende disponibile settimanalmente negli aiuti. 

Il Capo Dicastero ha poi proseguito la visita in alcuni centri Caritas in Baghdad, con laboratori di cucina taglio e cucito, educazione sanitaria e un laboratorio medico, lasciando un contributo per alcuni materiali necessari al lavoro.La mattinata si é conclusa presso la Cattedrale latina con un momento di preghiera insieme ai profughi cristiani provenienti da Qaraqosh attualmente ospitati in una scuola della capitale.

Il Prefetto ha pregato con loro, portando la benedizione del Santo Padre, e si é intrattenuto prima e dopo il pranzo offerto per tutti loro nel dialogo circa alcune situazioni drammatiche: oltre all’aver perso la casa, i drammi di chi chiede l’aiuto alla comunità internazionale per l’Iraq, di chi aveva già perso in genitore per l’esplosione di un’autobomba e alcune altre difficoltà inerenti al pieno esercizio della libertà religiosa. 

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ZENIT Staff

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