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“I Medici”: un buon equilibrio fra storia e fiction

La serie anglo-italiana, prodotta da Rai e Lux Vide, riesce ad appassionare senza sconvolgere troppo la realtà storica della Firenze rinascimentale

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Era una delle serie televisive più attese dell’anno, una grande produzione italiana e inglese, targata Rai e Lux Vide, con un’ambientazione storica fra le più affascinanti possibili: la Firenze della prima metà del Quattrocento, culla di Rinascimento e Umanesimo. I Medici – Masters of Florence ha finalmente debuttato sui piccoli schermi italiani, in prima tv assoluta, con due episodi capaci di raggiungere quasi il 30% di audience, battendo anche la temibile concorrenza della partita di Champions League Lione-Juventus, in chiaro su Canale 5. Un enorme successo di pubblico, che però non ha mancato di suscitare polemiche e accuse di eccessive discrepanze con i reali fatti storici che hanno portato al potere, sulle sponde dell’Arno, la celebre famiglia di banchieri.
È doveroso precisare che gli ideatori e i produttori della serie sono stati molto chiari fin dall’inizio nel presentarla come una versione romanzata dell’ascesa dei Medici e non come una precisa ricostruzione storica. Alcune libertà e modifiche non devono quindi far storcere il naso agli amanti della storia. Discorso diverso invece per alcuni anacronismi artistici e architettonici che ci mostrano, nella Firenze quattrocentesca, opere che sarebbero state realizzate solo nel secolo successivo o ancora più avanti. Dettagli che a prima vista possono sfuggire, ma a cui gli autori avrebbero dovuto attribuire più importanza.
Si tratta del Corridoio Vasariano (un passaggio sopraelevato che collega Palazzo della Signoria a Palazzo Pitti, passando per la Galleria degli Uffizi e Ponte Vecchio) e dell’affresco La presa di Siena, entrambe opere cinquecentesche dell’architetto, pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari. Senza dimenticare la facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore: nella serie appare come la vediamo ai giorni nostri ma, in realtà, è stata completata solo a fine Ottocento.
Quello che invece ha certamente colpito il pubblico è stato il grande colpo di scena che ha aperto il primo episodio: la morte, provocata da grappoli d’uva avvelenati con cicuta, di Giovanni di Bicci de’ Medici (interpretato da Dustin Hoffman) l’uomo che, iniziando come semplice mercante di lana, ha preso il comando della banca di famiglia, portandola a una prosperità tale da diventare il personaggio più potente di Firenze, indipendentemente dai diversi incarichi pubblici ricoperti nel Comune medievale, ufficialmente ancora governato dalle corporazioni mercantili e professionali.
Da qui partono due linee narrative: la prima incentrata sulle vicende di Cosimo (interpretato dallo scozzese Richard Madden, il Robb Stark di Game of Thrones), il primogenito di Giovanni, destinato a prendere il posto del padre come signore, di fatto, di Firenze; la seconda, ambientata 20 anni prima, racconta le abili manovre di Giovanni de’ Medici nell’assicurare alla propria famiglia posizioni di ricchezza e potere, con l’aiuto dei figli ventenni Cosimo e Lorenzo. Con questo obbiettivo sostiene la candidatura al soglio pontificio del cardinale Baldassarre Cossa che viene eletto, in un breve conclave a Roma, grazie alla corruzione e al ricatto di numerosi cardinali, portati avanti con astuzia e spregiudicatezza dai due giovani Medici.
Ed è proprio in questa occasione che Cosimo accetta il destino che il padre ha in serbo per lui, mettendo da parte i sogni d’artista e l’amore per la bella lavandaia Bianca (una sensualissima Miriam Leone), conosciuta frequentando la bottega romana del celebre artista fiorentino Donatello. Sposa Contessina de’ Bardi, rampolla di una famiglia nobile ormai in bancarotta. Il matrimonio è combinato dai due padri per salvare le finanze dissestate dei Bardi e unire i Medici a una famiglia di prestigio aristocratico, provando così ad allontanare dai futuri signori di Firenze l’etichetta sociale di banchieri usurai. Qui gli autori hanno ancora una volta strizzato l’occhio agli appassionati di Game of Thrones: Alessandro de’ Bardi, suocero di Cosimo de’ Medici, ha il volto dell’attore britannico David Bradley, interprete, nella serie fantasy, di Walder Frey che avrebbe dovuto essere il suocero di Robb Stark e ne ha invece organizzato l’assassinio. Ma fortunatamente per Cosimo, quelle ne I Medici non sono nozze rosse.
Il cardinale Cossa è un personaggio importante per la storia della Chiesa nel Quattrocento. Contrariamente a quanto mostrato nella serie, non fu eletto papa in un normale conclave a Roma, ma in un concilio a Bologna come successore di Alessandro V, il pontefice nominato dal Concilio di Pisa (1409) in quella tumultuosa fase storica ricordata come Scisma d’Occidente quando, dal 1377 al 1417, il mondo cattolico si divise nel sostenere due o anche tre papi contemporaneamente. Un processo di lotte intestine avviato con la decisione di papa Gregorio XI di riportare la sede apostolica da Avignone a Roma, provocando l’ostilità del potente clero francese.
Cossa è quindi passato alla storia come l’antipapa Giovanni XXIII (il fatto che il cardinale Roncalli, nel 1958, abbia scelto Giovanni XXIII come nome papale, testimonia l’esclusione di Cossa dalla successione dei pontefici legittimi), deposto dal Concilio di Costanza del 1417 insieme al papa di Roma Gregorio XI e all’antipapa di Avignone Benedetto XIII. Il concilio portò quindi all’elezione di Martino V e alla fine dello Scisma d’Occidente.
Quanto mostrato dalla serie sul legame tra i Medici e l’antipapa Giovanni XXIII corrisponde però a realtà: Cossa fu sempre sostenuto dalla famiglia fiorentina che, grazie a lui, entrò nella gestione delle riscossioni delle decime papali, ricavandone profitto e potere. Una posizione che riuscì a mantenere anche sotto il pontificato di Martino V. Lo stesso Cosimo accompagnò l’antipapa Giovanni XXIII al Concilio di Costanza e il padre pagò per liberarlo dalla prigione, in Germania, in cui era stato rinchiuso dopo la deposizione. L’amicizia fra i Medici e Cossa proseguì fino alla morte (1419) di quest’ultimo che ebbe l’onore di essere sepolto nel Battistero di San Giovanni Battista a Firenze, con la realizzazione di un monumento funebre ad opera di Donatello e Michelozzo.
Sono reali anche le continue lotte tra Firenze e la Milano dei Visconti, così come la rivalità dei Medici con la famiglia Albizzi che cercò di ostacolarne l’ascesa. E, come ben mostrato in questi primi due episodi, Cosimo fu davvero un amante dell’arte, fino a diventare uno dei più grandi mecenati e sostenitori del Rinascimento e dell’Umanesimo. Già abbiamo visto la nascita dell’amicizia con Donatello e il primo incontro con Filippo Brunelleschi, interpretato da un convincente Alessandro Preziosi.
Al netto di qualche anacronismo e forzatura storica di troppo, il debutto de I Medici risulta quindi convincente come trama, recitazione, regia e scenografie. Da segnalare solo l’utilizzo non sempre ottimale delle ricostruzioni al computer in qualche scena panoramica. È ancora presto per capire se i successivi sei episodi (che saranno trasmessi in tre serate) confermeranno le buone premesse. Se così fosse, si potrà dire che anche la Rai è in grado di produrre serie tv realmente appetibili per il pubblico internazionale.

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Alessandro de Vecchi

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