Profughi / © ACN

Giornata del migrante: anteporre la sicurezza personale a quella nazionale

Appello di papa Francesco alle autorità mondiali

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Il principio della centralità della persona umana “ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale”. Lo sottolinea papa Francesco nel messaggio per la 104.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, che verrà celebrata il 14 gennaio prossimo.
Nel testo reso pubblico lunedì 21 agosto 2017 da parte della Santa Sede, il Pontefice esorta ad esprimere una sollecitudine concreta “in ogni tappa dell’esperienza migratoria”. La Chiesa, afferma il Papa, “è disponibile ad impegnarsi in prima persona” ma serve anche “il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo le responsabilità proprie”.
Nel documento intitolato “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e  rifugiati”, il Pontefice italo-argentino sprona le autorità internazionali ad approvare i due patti globali (“Global Compacts”) delle Nazioni Unite sui rifugiati e sui migranti.
Gli uomini di buona volontà, così scrive Francesco, sono chiamati “ad approfittare di ogni occasione per condividere questo messaggio con tutti gli attori politici e sociali che sono coinvolti – o interessati a partecipare – al processo che porterà all’approvazione dei due patti globali”.
No alla detenzione
Nel suo messaggio, il vescovo di Roma chiede di offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione” e “una prima sistemazione adeguata e decorosa”.
Il Papa auspica inoltre che “sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare”, che “un numero maggiore di paesi adottino programmi di sponsorship privata e comunitaria e aprano corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili” e che “vengano loro garantiti la sicurezza personale e l’accesso ai servizi di base”.
Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati”, scrive Francesco, che invita le autorità a “preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati”.
La protezione dei migranti, ricorda il Papa, comincia già “in patria e consiste nell’offerta di informazioni certe e certificate prima della partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamento illegale”.
Essa continua “in terra d’immigrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare, il diritto di conservare sempre con sé i documenti di identità personale, un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari personali e la garanzia di una minima sussistenza vitale”.
Offerta di cittadinanza
“Molti migranti e rifugiati hanno competenze che vanno adeguatamente certificate e valorizzate”, prosegue il messaggio di papa Francesco, che incoraggia “l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali”.
Evocando il tema dell’assistenza umanitaria, il Papa auspica che nella distribuzione degli aiuti venga tenuto conto dei “bisogni (ad esempio l’assistenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità”.
L’ultimo verbo del titolo del messaggio, “integrare”, “si pone sul piano delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati”, continua il Pontefice. L’integrazione è “un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini”, ricorda Francesco.
Il Papa raccomanda una “offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici” e “percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una lunga permanenza nel paese”.
Si tratta, così spiega, di moltiplicare “le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi”.
Bambini, famiglie, handicap
Nel suo messaggio il Papa si sofferma anche sul tema della tutela dei minori migranti. “Occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria” , sottolinea Francesco.
Lo status migratorio, prosegue il Papa, “non dovrebbe limitare l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale e ai sistemi pensionistici, come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio”.
Le politiche migratorie devono favorire “il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici”, afferma il Papa.
“Nei confronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disabilità, vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti”, scrive il Pontefice, che ricorda la “grande responsabilità” di ciascuno nei confronti dei migranti.
“Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca”,  così sottolinea Francesco, riferendosi al Vangelo di Matteo (25,35.43). (pdm)
Cliccare qui per leggere il testo integrale del messaggio.

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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