Massimo Gandolfini

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Gandolfini: “Su Rai Tre indottrinamento gender in prima serata”

Il presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli lamenta l’assenza di contraddittorio sulla TV pubblica e lancia un appello al mondo politico: “Al momento del voto ce ne ricorderemo!”

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La messa in onda su Rai Tre, in prima serata e nella fascia di maggiore ascolto, del programma Stato Civile, ha suscitato lo sconcerto e la protesta del Comitato Difendiamo i Nostri Figli (CDNF). Secondo il presidente del Comitato, Massimo Gandolfini, si tratta di “un’operazione culturale a favore delle unioni omosessuali e dell’omogenitorialità (senza alcuno scrupolo nell’utilizzo strumentale di bambini e minori), priva di alcun contraddittorio e con il sapore di una vera e propria colonizzazione ideologica”.
In un comunicato, Gandolfini sottolinea quanto “divisivo” sia stato “il percorso dell’approvazione della legge sulle unioni civili assimilate al matrimonio, imposta con due voti di fiducia, contro la volontà popolare espressa in due Family Day da milioni di persone. Questo popolo ha mantenuto la promessa e si è ricordato di chi sta lavorando contro la famiglia, dichiarando il suo NO nel recente voto referendario. Un NO sempre e a chiunque sostiene campagne ed azioni culturali e politiche contro il diritto dei bimbi di avere mamma e papà e a chi vuole colonizzare le menti dei più giovani, equiparando l’unione gay al matrimonio, proponendo il supermercato delle tipologie di famiglie”.
Tornando a parlare della trasmissione di Rai Tre, Gandolfini ha parlato di uno “strumento di quell’ideologia gender, che rende possibile identità di genere variabili e che Papa Francesco ha definito “uno sbaglio della mente umana”, nonché di “un atto di indottrinamento ideologico indegno di uno stato democratico, con l’imposizione di una morale di stato che offende le radici storico-culturali del popolo italiano”.
Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli chiede dunque “ai vertici RAI, alla Commissione Vigilanza, alle forze politiche ed ai singoli parlamentari di prendere posizione e di fermare questo abuso mediatico e culturale, dando forma ad una par condicio che preveda un dibattito pubblico in cui si possa far sentire la nostra voce, sempre ignorata ed oscurata, in sfregio ai principi democratici”.
Al mondo politico, in modo particolare, il Comitato indirizza il proprio monito “molto concreto, al momento del voto, presto o tardi che sia: ce ne ricorderemo! Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci ed attendiamo risposte concrete”, conclude poi Gandolfini.

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ZENIT Staff

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