Filippine: milioni di pellegrini per il Nazareno nero

Il pericolo di possibili attacchi terroristici non ha spaventato i fedeli

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, martedì, 10 gennaio 2012 (ZENIT.org) – Nonostante gli avvertimenti del governo di Manila per possibili attentati, nelle Filippine milioni di cristiani hanno partecipato ieri, lunedì 9 gennaio, alla tradizionale processione del “Nazareno Nero”. A riferirlo è il sito Eglises d’Asie, l’agenzia di informazione delle Missioni Estere di Parigi.

In un clima di grande fervore, milioni di fedeli hanno preso parte, nella capitale Manila e in numerose altre città dell’arcipelago, alla processione della statua a grandezza naturale di Cristo, esposta alla venerazione del pubblico solo il giorno di Venerdì Santo e poi il 9 gennaio. Nonostante i timori delle autorità, non sono stati segnalati incidenti di rilievo.

Come ricorda Eglises d’Asie, la processione è una delle più caratteristiche manifestazioni della devozione cattolica nell’arcipelago. La statua, che raffigura Cristo che porta la sua croce, è esposta normalmente nella basilica minore di Quiapo, a Manila. L’intensa devozione popolare risale a quattrocento anni fa, quando, secondo la tradizione, il 31 maggio 1606 la scultura lignea sarebbe sfuggita miracolosamente all’incendio divampata a bordo della nave, che l’aveva trasportato dal Messico a Manila. Annerita dalle fiamme – da cui il nome di “Nazareno nero” – la statua è uscita anche indenne dagli incendi che hanno devastato la basilica di Quiapo nel 1791 e nel 1929, dai grandi terremoti del 1645 e del 1863 e dal bombardamento di Manila nel 1945.

Ogni 9 gennaio, la statua di Cristo chino sotto la croce viene trasportata su un carro per le strade di Manila, attirando folle numerosissime che – spesso a piedi nudi, in ricordo al Calvario di Cristo – cercano di toccarla. Non potendo avvicinarsi alla statua ritenuta miracolosa, la maggior parte dei fedeli lancia dei foulard, scialli o magliette nella direzione del carro e del suo prezioso carico, sperando che le stoffe che hanno toccato la scultura vengano poi rilanciate verso la folla, che si precipita a recuperarle. Secondo la tradizione popolare, toccare la statua, il suo carro o un tessuto venuto in contatto con loro, dà la garanzia di vedere le proprie preghiere esaudite.

Se la processione, a causa della calca che l’accompagna, si conclude ogni anno con numerosi feriti e persino morti, a preoccupare quest’anno le autorità erano soprattutto la minaccia seria e “credibile” di un attentato. Il presidente Benigno (o Noynoy) Aquino in persona “si era sentito in dovere di mettere in guardia il pubblico”. Il suo annuncio è stato così pressante che gli organizzatori hanno pensato più volte ad annullare la processione.

Secondo il rettore della Basilica di Quiapo, monsignor José Clemente Ignacio, “il consenso è stato di organizzare nonostante tutto la Messa”. Il presule ritiene che gli avvertimenti da parte delle autorità abbiano contribuito all’affluenza considerevole che la processione ha avuto quest’anno. Partita da Rizal Park, la statua ha raggiunto nuovamente la basilica minore al termine di un percorso seguito secondo le stime della stampa locale da sei a sette milioni di persone.

Per il palazzo presidenziale, il fatto che nessun lutto abbia colpito la processione non significa che le autorità abbiano peccato di eccesso di cautela. Come ha rivelato un portavoce della presidenza, Abigail Valte, per precauzione tutte le antenne della telefonia mobile lungo il percorso della processione sono state disattivate per impedire la detonazione di ordigni attivati a distanza da un cellulare.

Per i responsabili della Chiesa cattolica nelle Filippine, che non scoraggiano tali espressioni di devozione popolare ma finora non hanno mai riconosciuto un miracolo attribuito alla processione del “Nazareno Nero”, lo svolgimento pacifico dell’evento è stato accolto con un sollievo e l’arcivescovo di Manila, monsignor Luis Antonio Tagle, ha ringraziato il presidente Aquino. Nella sua omelia, l’arcivescovo ha pregato in particolare per le vittime del tifone che ha devastato di recente il sud delle Filippine. “L’immagine del Nazareno Nero ci insegna come la potenza di Dio, mediante la grazia dello Spirito Santo, può aiutarci a superare le difficoltà della vita”, ha detto.

Intervistato dall’agenzia Fides, il vescovo ausiliare di Manila, monsignor Bernardino Cortez, ha detto: “oggi, oltre un milione di persone a Mindanao, nella regione di Cagayan de Oro, colpita di recente dal tifone Sendong, pregano e adorano il Nazareno, trovando in Lui sostegno e consolazione nella sofferenza”.

“Gli episodi terroristici – ha continuato – non hanno scoraggiato i fedeli. Anzi, molti di loro dicono che, se morissero durante la processione del Nazareno, compiendo un atto di fede, certo andrebbero in Paradiso. Il Nazareno opera miracoli, un fratello nella sofferenza, un messaggio di speranza per i poveri: nulla potrà fermare i fedeli”.

“La devozione al Nazareno – così ha aggiunto – ha oggi un profondo significato per la popolazione filippina, soprattutto per i poveri, come ha ricordato nel suo messaggio il nuovo arcivescovo di Manila, monsignor Antonio Tagle. Quel che colpisce è che il Nazareno è un punto di riferimento soprattutto per i giovani, molto numerosi all’evento odierno”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione