Bloody Sunday, murales, Derry

Bloody Sunday, murales, Derry - geograph.ie

Derry. Deceduto mons. Daly, simbolo del "Bloody Sunday"

Se n’è andato a 82 anni il prelato che tentò di mettere in salvo alcune persone ferite dagli spari dell’esercito britannico. Mons. Martin: “Era un costruttore di pace”

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Il 30 gennaio del 1972, nella città nord-irlandese di Derry, si consumò una strage conosciuta con il nome di “Bloody Sunday” (Domenica di sangue). Improvvisamente, durante una delle tante manifestazioni di repubblicani (in maggioranza cattolici) irlandesi per chiedere maggiori diritti al Governo di Londra, il primo Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco sulla folla. Caddero 26 manifestanti, tredici (di cui sei minorenni) furono colpiti a morte. Una quattordicesima vittima ci fu quattro mesi dopo, per le ferite riportate.
Nel 2010, una commissione d’inchiesta istituita dal Governo britannico rilevò che la sparatoria dei soldati fu ingiustificata, in quanto tutte le vittime erano disarmate e alcune vennero persino colpite alle spalle. Come ammesso da un paracadutista autore della strage, una delle vittime fu uccisa mentre sollevava un fazzoletto bianco.
Forse l’immagine più famosa ed eloquente di quel triste evento ritrae un sacerdote, riconoscibile per l’abito, mentre sventola un fazzoletto bianco insanguinato e, con fatica, prova a creare un pertugio tra gli spari per portare in salvo alcuni feriti. Immagine che è anche stata ritratta in uno dei famosi murales di Derry che la comunità cattolica ha realizzato per ricordare la sua storia di lotta e di ingiustizie subite.
Quel prete si chiamava Edward Daly. Ieri, 8 agosto 2016, è spirato a 82 anni a Derry, dopo una lunga malattia, come ha riferito la diocesi di Derry. Negli anni “caldi” del conflitto nord-irlandese, è stato in servizio presso la Cattedrale di Sant’Eugenio, nel quartiere di Bogside, fortino cattolico e repubblicano di Belfast. Due anni dopo la strage, nel marzo 1974, fu consacrato vescovo.
Gli fu allora affidata la diocesi di Derry, che resse fino all’ottobre 1993, quando fu colpito da un ictus che lo costrinse alle dimissioni. Divenne quindi cappellano del centro ospedaliero di Foyle.
Mons. Eamon Martin, Arcivescovo di Armagh, lo ha lodato come coraggioso costruttore di pace. “La sua battaglia instancabile – ha detto il presule – a favore dei ‘sei di Birmingham’ (gruppo di giovani che fu ingiustamente incarcerato per lo scoppio di una bomba in un pub della città inglese nel 1974, ndr), delle vittime della ‘Domenica di Sangue’ e delle famiglie delle persone uccise dai paramilitari, gli ha fatto guadagnare il rispetto da parte di alcuni, il sospetto da parte di altri”.
In una delle inchieste per far luce sulla “Bloody Sunday”, mons. Daly fu ascoltato come testimone. Egli disse dopo essere uscito dal Tribunale: “Ho sentito la responsabilità di raccontare quello che ho visto, e quello che ho visto è un giovanotto che non stava costituendo alcuna minaccia a nessuno essere colpito a morte ingiustificatamente”.
Mons. Daly non ha mai esitato a condannare la violenza di entrambe le parti in conflitto. Il suo funerale si terrà a Derry giovedì prossimo, 11 agosto.
[a cura di Federico Cenci]

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ZENIT Staff

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