In questa seconda parte dell’intervista, il teologo monsignor Costantino Di Bruno prova a spiegare la natura e gli effetti del peccato. Soprattutto illustra gli effetti della confessione durante la quale si ristabiliscono i rapporti di amore con il Padre, affinché la Misericordia e la Grazia possano fluire nei cuori e nella vita degli uomini e delle donne. La prima parte dell’intervista è stata pubblicata sabato 8 ottobre con il titolo “Perchè confessarsi oggi?”.
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Qual è l’origine del peccato? Cosa macchia la vita degli uomini nati e creati per fare il bene e per amarsi l’un l’altro?
Dio ha creato l’uomo in un modo unico: per vivere da vero uomo nell’armonia di ogni suo elemento fisico e spirituale, lui deve essere sempre dalla divina volontà. L’armonia nell’uomo che crea ogni vita è conservata dall’obbedienza alla Parola del Creatore: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire»” (Gen 2,15-17). Il peccato separa l’uomo da Dio. L’uomo, reciso da Dio, diviene come il tronco tagliato dalla sua radice. È destinato a seccare. Non può produrre frutti, perché manca il legame vitale con la radice eterna della sua vita.
Sappiamo dalla Scrittura che ogni peccato genera una colpa che solo Dio può perdonare, una pena che l’uomo è obbligato ad espiare. In più produce delle conseguenze fisiche, spirituali, sociali, ambientali, che possono permanere per tutto il tempo della storia. La colpa può essere solo perdonata dal Signore. La pena va espiata e si espia con le opere della misericordia. Le conseguenze ricadono non solo su chi commette il peccato, ma anche sull’umanità intera. Si sgancia una bomba nucleare. Il peccato orrendo è di chi ha ordinato lo sganciamento e di quanti hanno collaborato attivamente e passivamente alla sua costruzione, come al suo definitivo sganciamento. La pena è di quanti hanno commesso la colpa. Le conseguenze storiche che durano per secoli ricadono su una moltitudine di persone. Un atto scellerato può anche distruggere l’umanità. Si è scritta la legge sull’aborto. Chi l’ha proposta, chi ha votato a favore con il referendum, chi ha firmato il decreto, chi pratica l’aborto o vi collabora sia modo attivo che passivo, sono tutti responsabili di omicidio dinanzi a Dio. Le conseguenze in Italia sono finora l’uccisione di sei milioni di bambini. Olocausto invisibile e silenzioso, operato dalla scienza in nome del diritto. Chi fabbrica un’arma da guerra, chi la vende, chi la usa, chi la regala, sono tutti colpevoli ognuno per la sua partecipazione alla morte dell’uomo. I frutti sono di distruzione di interi popoli e nazioni. Vi è una corresponsabilità di colpa che rende rei dinanzi a Dio per l’eternità. Così quanti non dichiarano le cinture esplosive strumenti di criminalità sono responsabili quanto chi le fabbrica, le indossa, le fa esplodere. Ogni uccisione è sulla loro coscienza. Anche una parola di incitamento al male rende responsabile di ogni morte. Di queste cose nessuno parla. Le conseguenze di ogni peccato vanno assunte e vissute nella grande sofferenza, offerta a Dio per la nostra purificazione. Ferisce, tuttavia, vedere come l’uomo vuole il peccato, lo brama, salvo poi lamentarsi delle sue conseguenze.
Il primo peccato oltre l’offesa arrecata a Dio – si è scelto il Diavolo come principio di verità e si è rinnegato il Creatore e il Signore – ha generato non solo la morte spirituale, cioè la disgregazione dell’uomo, ma anche fisica. La Genesi ci rivela quali furono le conseguenze istantanee della disobbedienza. L’uomo non conosce la donna come osso dalle sue ossa, carne dalla sua carne. Eva sarà spinta verso l’uomo da un istinto incontrollato. Caino non vede Abele come fratello e lo uccide. Lamec corrompe la stessa legge naturale del matrimonio e porta la vendetta al sommo della crudeltà. L’umanità si immerge di peccato in peccato. Sono tutte conseguenze di quell’unico atto di disobbedienza. Dobbiamo convincerci: un solo comandamento trasgredito genera morte sulla terra. Ieri i peccati di stoltezza, insipienza, immoralità, superbia, invidia hanno lacerato la Chiesa. Il peccato è stato del singolo, le conseguenze di intere nazioni. Salomone diviene idolatra, il suo regno si divise per sempre. Oggi stiamo costruendo una società artificiale fondata sull’egoismo. Le conseguenze saranno un vero disastro umano. Si è spostata considerevolmente l’età del matrimonio dagli anni venti ai quaranta. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L’egoismo edonistico fa pensare prima al bene del singolo, ma non al vero bene, al bene secondo Dio. Si sta distruggendo la famiglia. Le conseguenze saranno mostruose. Tutto il disagio giovanile è frutto dei nostri stolti ed insensati peccati di egoismo edonistico e di sovvertimento dell’ordine donato da Dio. Si vive di imprudenza, si viene uccisi, si uccide, si provocano morti, si provoca la propria morte, sia fisica che spirituale. Questa è la potenza del peccato e la sua forza inarrestabile.
La disobbedienza non è solo un fatto giuridico, è un evento di natura. È la natura che esce dall’ordine stabilito da Dio e collassa rovinosamente, più che se la terra uscisse dall’orbita del sole. Un presbitero, un vescovo, un papa, un teologo, un maestro, un profeta che insegnano anche una sola parola in difformità con il pensiero di Cristo – da comprendere nella più pura luce dello Spirito Santo – possono produrre frutti che abbassano il livello morale di tutta l’umanità e non solo della Chiesa. Nessuno dimentichi che il serpente disse alla donna una sola falsità. È stata la catastrofe dell’umanità. Questa sola menzogna costò al Figlio di Dio la morte per crocifissione. È questo il motivo per cui la remissione dei peccati non è atto giudiziale. È vera nuova creazione dell’uomo, in Cristo, per lo Spirito Santo, per il ministero della Chiesa. Nella storia, è la Chiesa, attraverso la mediazione del sacerdozio ordinato, che compie la nuova creazione. È lo Spirito Santo che crea il cuore nuovo, ma è la Chiesa che dona lo Spirito Santo che cambia pensieri e mente e fa sì che tutto l’uomo esca dall’influenza del principe del mondo e orienti il suo sguardo verso Dio. Nel peccato non c’è amore. L’amore è solo nell’obbedienza a Dio, alla sua Legge, al suo Vangelo, alla sua grazia e verità. Tutto si compie nell’obbedienza alla verità, alla luce, alla grazia di Cristo, date per mezzo della Chiesa perché si diventi Chiesa.
Chi ha l’autorità di rimettere i peccati? E in che modo si ha accesso al perdono e alla Misericordia divina?
Il Vangelo secondo Giovanni ci rivela che questo potere è degli Apostoli e dei loro successori: “Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (Gv 20,21-23). Gli Apostoli e i loro successori, i Vescovi, si lasciano aiutare in questo ministero vitale, essenziale per l’uomo, dai presbiteri.
Le condizioni essenziali per essere ammessi a ricevere il dono della misericordia sono tre: conoscenza dei peccati commessi, pentimento per ogni colpa conosciuta, proponimento di non commetterne più per l’avvenire. Quasi sempre manca il dolore per avere offeso il nostro Creatore e Padre, il nostro Salvatore e Redentore, lo Spirito Santo, Colui che ci ha rigenerato a nuova vita; per avere infangato il corpo di Cristo, che è la Chiesa; per la mancata salvezza a motivo dei nostri scandali. Come può un pagano farsi discepolo di Gesù, vedendo il cristiano che vive di aborti, divorzi, eutanasia, adulteri, furti, omicidi, immerso nella superstizione, frequentatore di maghi e indovini, concupiscente, stupratore, violento, delinquente, mafioso, costruttore e inventore di ogni altro male? Oggi è questo scandalo universale che non è più percepito come potente diga che arresta la corsa della grazia nel suo potere di rigenerazione. Come si fa ad accostarsi al perdono e alla misericordia da spietati assassini dei propri fratelli?
La confessione è vera creazione di un cuore nuovo. Senza questo desiderio e un’accorata preghiera per la nostra nuova creazione, neanche ci si accosta a chiedere amicizia e figliolanza al Padre. Uno che distrugge il corpo di Cristo e vuole continuare a distruggerlo neanche chiede a Cristo di essere suo vero corpo. Chi manifesta con la sua vita peccaminosa che lo Spirito Santo è incapace di modificare il suo cuore, mai vorrà ritornare ad essere suo tempio vivente. Manca di vera e sincera conversione. Non ci si può accostare al sacramento del perdono senza neanche la volontà di non peccare più almeno per qualche ora. Quando si giunge a soffocare la verità nell’ingiustizia, facendo divenire la coscienza durissima pietra, senza sincero pentimento e vera conversione, il sacramento non produce alcun frutto.
Confessione, cura dell’anima
Mons. Costantino Di Bruno spiega come attraverso il sacramento della riconciliazione si “lavi” il peccato e si acceda a vita nuova