Comicità, ironia e simpatia sono donna!

Al 32° Cabaret, amoremio!, Elena Ascione fa incetta di titoli al Festival nazionale dell’umorismo. 

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Elena Ascione, una giovane donna che sa ridere di sé e delle sue insicurezze e fragilità, una che si definisce “una falsa magra” e che è riuscita a far sorridere tutti in maniera continua a fragorosa:  è lei la vincitrice del 32° festival nazionale dell’umorismo “Cabaret, amoremio!” di Grottammare.
Proprio nell’anno in cui il direttore artistico Enzo Iacchetti lamentava la scarsa presenza di figure femminili, è una donna, la prima nella storia di Cabaret amoremio,  a vincere il concorso per nuovi comici.
Torinese di adozione con sangue partenopeo, Elena Ascione ha proposto un monologo sulle frustrazioni femminili del  “corpo perfetto” che, unito alla buona presenza scenica, le ha tributato l’attenzione della giuria del Festival e fatto ottenere  il massimo punteggio da parte dei giornalisti presenti in sala.  A lei, l’assegno di 1000 euro in palio e l’invito a tornare in qualità di ospite alla prossima edizione del Festival, oltre alla targa del Premio della Stampa.
“Partendo da una base di forte autoironia ha sviluppato una evidente capacità di calarsi in un personaggio che raccoglie vizi e difetti di una società ossessionata dalla forma fisica, con contenuti originali e quasi mai scontati ed una buona padronanza del palco” è la motivazione del premio letta dal giurato Guido De Maria, al momento della proclamazione del vincitore.
La giuria aveva focalizzato la valutazione su due finalisti, avviando una discussione che ha fatto prevalere al momento dei voti la Ascione sul trio aretino Progildan. In gara anche il mimo Ciro Cavallo, i monologhisti Luca Ciardullo e Giancarlo Di Biase e il duo Toni Marci.
A Elena Ascione piace sentirsi dire che ha vinto con il corpo e con la mente. E’ arrivata a “Cabaret, amoremio!”, dopo la vittoria lo scorso anno del “Majella Cabaret”:
“Lì ho conosciuto Floriano Tavoletti dell’associazione Lido degli Aranci (partner del Festival nella selezione dei finalisti, ndr)  che mi ha invitato a partecipare. Conoscevo il Festival di Grottammare, ogni anno mi informo sui vincitori, e ne ero intimorita non mi sentivo pronta ad assumermi la responsabilità di partecipare a una manifestazione così prestigiosa.
Poi però l’ho fatto, ho inviato il mio provino in video e sono stata molto contenta di essere stata scelta da Iacchetti, ma soprattutto posso dire ora che sono stata molto contenta di esserci perché mi piace molto lo spirito collaborativo che c’è e che non è facile trovare nel mondo dello spettacolo: si fa attenzione a tutti i dettagli e a tutti gli addetti ed è ciò, secondo me, che rende unico questo festival.
In merito alla vittoria, mi piace che abbiano apprezzato la padronanza  del palco e il fatto che mi sono messa in gioco con ironia. Alla fine, il mio personaggio è lo specchio di tante persone che hanno qualche insicurezza, di qualsiasi tipo, perché le insicurezze stanno sempre nella nostra testa”.
L’arancia d’oro è stata consegnata all’attore e ricercatore di nuovi talenti, Diego Abantuono.
Le motivazioni per la consegna del premio alla carriera sono state “Per aver percorso tutte le strade delle arti visive, dal Cabaret al teatro, dalla televisione al cinema i con la maestria che appartiene solo ai grandi talenti. Dal Derby all’Oscar e ritorno. Non è una vacanza ma un viaggio che ha visto Diego nascere nel e col Cabaret e poi crescere fino all’Oscar del film Mediterraneo. Dal personaggio del “terrunciello” che gli ha regalato la notorietà e che si è poi imposto come una “maschera” classica, di quelle che restano, al pari di quelle inventate da grandi come Totò o Alberto Sordi, a grandi soggetti impegnativi che spaziano dalla commedia al dramma, diretto dai migliori registi italiani. E poi il ritorno alla commedia e al Cabaret, come produttore e talent scout che generosamente offre un’opportunità a tanti giovani in cerca di un’affermazione.
Eccezziunale veramente non è solo un’esclamazione, è lui, Diego, che trasforma in successo tutto quello che tocca”.
Finale storico, dunque, per l’edizione 2016 del Festival di Grottammare, tenutosi tra l’altro nella insolita cornice di fortuna del Palariviera di San Benedetto del Tronto, in luogo del tradizionale Parco delle Rimembranze, per il perdurare dell’allerta meteo emanato venerdì mattina dalla Protezione civile.
Negli anni passati sono stati premiato con l’arancia d’oro
1988 – Lello Arena
1989 – Leo Gullotta
1990 – Raffaele Pisu
1991 – Mario Carotenuto
1992 – Totò alla memoria
1993 – Renato Scarpa
1994 – Oreste Lionello
1995 – Enzo Iacchetti
1996 – Massimo Troisi alla memoria
1997 – Francesco Paolantoni
1998 – Giorgio Panariello – Dario Fo – Franca Rame
1999 – Enzo Iannacci – Vincenzo Mollica – Fabrizio De André alla memoria
2000 – Angela Finocchiaro
2001 – Gioele Dix
2002 – Ric & Gian
2003 – Syusy Blady
2004 – Serena Dandini
2005 – Neri Marcoré
2006 – Antonio Cornacchione
2007 – Maurizio Crozza
2008 – Paolo Rossi
2009 – Sabina Guzzanti
2010 – Giobbe Covatta
2011 – Lella Costa  –   Paolo Villaggio
2012 – Zuzzurro & Gaspare  –  Ron
2013 – Max Giusti
2014 – Max Tortora – Nino Frassica
2015 – Renato Pozzetto – Lino Banfi
 
 
 

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ZENIT Staff

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