Carlo Acutis

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Carlo Acutis: il futuro "patrono di internet"?

Presentati alla Filmoteca Vaticana docufilm e libro dedicati al giovane Servo di Dio: il 24 novembre si chiude il processo diocesano di beatificazione. In sala anche i genitori

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Viviamo immersi in un reticolato di strade, fisiche e ideologiche. Il rischio di perdersi è sempre dietro l’angolo. Eppure, in mezzo a tale contesto disorganico, si eleva un’autostrada capace di portarci in Paradiso. È a disposizione di tutti, nessuno escluso.
Di questa “autostrada per il Cielo” ne è stato devoto precorritore in vita il giovane Carlo Acutis. A dieci anni dalla sua repentina scomparsa – avvenuta il 12 ottobre 2006 a causa di una leucemia fulminante – sono stati presentati oggi presso la Filmoteca Vaticana un docufilm e un volume su di lui.
L’incontro è stato introdotto da un spezzone del docufilm in cui interviene mons. Gianfranco Poma, parroco di Santa Maria Segreta, a Milano, la chiesa che frequentava quotidianamente Carlo per partecipare all’Eucarestia. Mons. Poma racconta di aver conosciuto il giovane all’interno della chiesa vuota, inginocchiato dinanzi al Tabernacolo. Avvicinatosi per chiedergli il motivo della sua devozione, si sentì rispondere da Carlo che l’adorazione eucaristica “mi consente di essere leggero per tutto ciò che la vita mi chiede”.
È dunque l’Eucarestia “l’autostrada per il Cielo” che Carlo ha percorso in modo leggiadro e solare lungo la sua giovane vita. Un concetto, quello di “autostrada per il Cielo”, che mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ha definito nel suo intervento “straordinariamente teologico”.
Del resto – ha aggiunto – “l’Eucarestia è realmente, ogni volta che la celebriamo, una ‘autostrada per il Paradiso’”, perché ci consente di unirci al canto degli Angeli e dei Santi “sulla piazza d’oro” del Regno dei Cieli descritta nell’Apocalisse.
E non si tratta di speculazioni filosofiche, perché Carlo ci ha testimoniato – ha precisato Viganò – che l’Eucarestia è uno sacramento “per godere qui, nella nostra storia, la pienezza della vita eterna”.
Della testimonianza cristiana di Carlo se ne sono fatti interpreti Nicola Gori, giornalista presso L’Osservatore Romano, autore del libro “Un genio dell’informatica in cielo. Biografia di Carlo Acutis”, e Matteo Ceccarelli, regista del docufilm “La mia autostrada per il cielo – Carlo Acutis e l’Eucarestia”.
Quest’ultimo ha spiegato d’aver scoperto attraverso i racconti delle persone vicine a Carlo che “dentro questo ragazzo c’era qualcosa di straordinario”, una capacità fuori dal comune di trasmettere la fede e di “lasciare un segno negli sguardi e nelle vite” dei suoi coetanei.
Medesimo riscontro lo ha avuto anche Gori, il quale ha sottolineato d’esser rimasto colpito dalla fama e al contempo dalla semplicità di Carlo, che si declina in un modo di essere santo nelle piccole cose.
Quella che è la “santità del quotidiano” è un tema che è stato sviscerato anche da Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, che ha definito Carlo “un ragazzo dei nostri giorni, la cui storia non è astratta”, ma è “profondamente radicata nella realtà cittadina milanese”. Vian ha citato una serie di luoghi precipui dell’esistenza di questo Servo di Dio che sono patrimonio culturale d’ogni abitante odierno della città meneghina.
Secondo don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, che ha prodotto sia il libro sia il docufilm, Carlo Acutis rimanda all’esempio di San Domenico Savio, anche lui un ragazzo, distintosi per fede e carità, allievo di don Bosco e salito agli onori degli altari nel 1954.
Presenti in sala anche i genitori di Carlo Acutis. La mamma, la signora Antonia, è intervenuta al termine dell’incontro ed ha testimoniato che la devozione per suo figlio è diffusa in tutto il mondo e in modo così esteso da aver costretto la famiglia “a chiedere aiuto ad una segreteria per far fronte alle tante e-mail”. La signora Acutis ha poi spiegato che il 24 novembre ci sarà la chiusura del processo diocesano di beatificazione, dopo di che la causa passerà a Roma e – ha sospirato – “vedremo ciò che la provvidenza ci riserverà”.
A margine, un commento di mons. Vigano che trae spunto dalle eccezionali competenze informatiche di Carlo: “Non abbiamo il patrono di internet. Chissà se Carlo Acutis, per grazia di Dio, una volta diventato Beato, possa esser riconosciuto anche patrono di internet…”. Nel groviglio della Rete, d’altronde, è forte il bisogno di qualcuno che interceda per indicare “quella autostrada”.

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Federico Cenci

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