Si è chiuso l’anno della misericordia, ma si apre ora la vera “Porta Santa”: quella del cuore. Lì è nascosto l’accesso segreto alla Grazia, la “soglia della speranza” da varcare sempre, per introdurci nei limpidi orizzonti di Dio. Si accede a quel passaggio per la via della preghiera assidua e fiduciosa, della fedeltà alla propria chiamata, della carità. Apriamo sempre questa Porta Santa, perché vi entri il Signore e prenda finalmente pieno possesso della nostra anima.
Per essa introdurremo anche tanti fratelli e sorelle, perché non ci salviamo mai da soli: il nostro impegno quotidiano, unito al sacrificio di Cristo, diviene fonte di misericordia per tutti. Noi partecipiamo, già in terra, di quella Grazia che i Santi condividono perfettamente ed eternamente in Cielo.
Per il mistero della Incarnazione, la redenzione continua a operare nel segreto dei cuori, nonostante l’ostilità e l’indifferenza del “mondo”.
Dentro le semplici e abituali azioni di ogni giorno, pervase dallo Spirito e santificate dalla Grazia, siamo costantemente immersi nella luce di Betlemme e sperimentiamo la forza della Croce e la gloria della Risurrezione. Non siamo più un “gruppo” anonimo, una folla di individualità, impermeabili tra loro: siamo famiglia, siamo Chiesa, siamo fratelli e sorelle -impagabili doni reciproci della eterna Sapienza di Dio- chiamati a camminare insieme verso la vera Patria comune: il Cielo.
Fatima ci ricorda, nel centenario delle apparizioni dell’Angelo alla Loca do Cabeço (primavera-estate-autunno 1916) e della Vergine alla Cova da Iria (i 13 del mese, da maggio a ottobre 1917), che il Signore, di fronte alla infedeltà e al peccato dell’uomo, ci pone accanto un Angelo, che affascina con la luce della sua presenza, che conforta, che esorta, che ammonisce e invita, ancora una volta, sulle vie di Dio.
L’Onnipotente ci pone accanto una Madre, che, con la dolcezza della migliore delle madri, ci prende per mano, ci indica la strada (da secoli è venerata come Odigitria, “colei che guida, mostrando la direzione”) e la percorre insieme con noi, perché conosce bene la via che conduce al Cielo, alla nostra felicità. Non ci nasconde la Verità, non la impoverisce né la adatta alle circostanze, ma la comunica, con delicatezza e con evangelica sapienza, nella sua integralità.
Anche quando il discorso si fa più esigente (“Volete offrire a Dio tutto quello che Lui permetterà?”) o quando richiama il destino dell’uomo -parlando espressamente del Cielo, dell’Inferno, della purificazione del Purgatorio- Ella sempre si rende amabile e sa penetrare nel cuore, inducendolo alla conversione, alla penitenza, alla Riparazione.
Dio ha posto accanto ai Pastorelli un Angelo e la Vergine Maria, perché anche noi imparassimo la lezione della carità, prendendoci a cuore il vero bene del nostro prossimo, con la premura di chi difende un tesoro inestimabile, con la sollecitudine e l’amore di una madre, che vive a servizio della gioia della sua casa e dei suoi cari. Tale sollecitudine non diventa mai connivenza con il peccato: al contrario, lo denuncia, ne smaschera tutta la forza cieca e distruttiva, che porta in sé; ma, al tempo stesso, trova una parola e un gesto di speranza, di conforto, di consolazione, per ripartire ancora.
Fatima non concede “sconti” al male: non è indulgente, piegandosi all’insopportabile e fastidioso “buonismo”, oggi tanto dilagante. Non ammette adattamenti né riduzioni di fronte alla sacralità della Vita, del Matrimonio cristiano -unico e indissolubile- e della Famiglia; alla degna ricezione dei Sacramenti, dei quali la Chiesa è prima custode e responsabile davanti a Dio.
Ma sa accostare il peccatore -ciascuno di noi- con infinita pazienza e carità, per rialzarlo dagli abissi e dall’oscurità della sua colpa, per sostenerlo in un percorso di riconciliazione vera, con Dio e con i fratelli e per riconsegnarlo alla libertà della Grazia.
Il centenario delle Apparizioni della Vergine ci aiuti a conoscere quel messaggio nella sua luminosa integralità, per servire l’uomo di oggi, schiavo del suo nulla, ma -come non mai- assetato di Verità e di Amore.
A 100 anni dalle apparizioni di Fatima
Dio ci pone accanto un Angelo e una Madre