Si racconta che un contadino cinese ebbe in dono un anziano cavallo per coltivare la sua terra. Lo circondava di cure e di attenzioni particolari. Il cavallo lavorava bene nei campi e gli permetteva di ottenere un sufficiente guadagno per la sua famiglia.
Un giorno il cavallo scappò. Quando i vicini cercavano di consolarlo per la sua sfortuna, egli rispondeva: “Sfortuna o fortuna? Chi lo sa?”.
Una settimana dopo, dalle colline vicine, il cavallo tornò accompagnato da una mandria di cavalli.
Questa volta gli amici si congratulavano con lui per la sua fortuna. La sua risposta fu: “Fortuna o sfortuna? Chi lo sa?”. Più tardi, in effetti, il figlio del contadino, cercando di domare uno dei cavalli selvaggi, cadde e si ruppe una gamba.
Tutti pensavano che quella era stata veramente una grande sfortuna. Ma il contadino non la pensava così.La sua unica reazione fu ancora una volta: “Sfortuna o fortuna? Chi lo sa?”.
Qualche settimana più tardi l’esercito entrò nel villaggio per reclutare tutti i giovani. Vedendo il figlio del contadino con la gamba rotta, lo lasciarono a casa. “Fortuna o sfortuna? Chi lo sa?”.
Certamente, misurando gli avvenimenti con un metro solamente umano, non sapremmo rispondere. Ma valutando la realtà, buona o cattiva che sia, anche con il metro divino, sapremmo che tutto è grazia.
Ciao da p. Andrea
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Il contadino cinese e il cavallo
Valutando la realtà, buona o cattiva che sia, anche con il metro divino, sapremmo che tutto è grazia