Il governatore cristiano di Giacarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”, sarà processato il 13 dicembre dal Tribunale distrettuale del Nord Jakarta per il caso di presunta blasfemia che lo riguarda e che nell’ultimo mese ha generato in Indonesia manifestazioni di massa di suoi antagonisti e sostenitori.
Come comunicato dalla Corte – e reso noto dall’agenzia Fides – a giudicare il caso sarà un collegio di guidato dal giudice supremo Dwiarso Budi Santiarto, affiancato da altri quattro magistrati. Le udienze si terranno presso il tribunale distrettuale centrale di Giacarta. Data la grande attenzione del pubblico, la Procura ha formato un team di 13 alti funzionari che agiranno da pubblici ministeri, e saranno impegnati nelle indagini.
Il processo dovrebbe porre fine a una vicenda che sta agitando la nazione: dopo l’imponente manifestazione del 4 novembre, in cui i gruppi estremisti islamici hanno portato in piazza migliaia di persone, per chiedere l’incriminazione e l’arresto del governatore, un secondo corteo pacifico per ribadire i principi di tolleranza, amore, unità nella diversità, accoglienza dell’altro, legalità, pace ha visto sfilare il 30 novembre milioni di cittadini indonesiani, appartenenti a tutte le comunità religiose, che hanno condiviso una grande “preghiera per l’unità”, lanciando un messaggio di pace.
Venerdì 2 dicembre si è tenuta una nuova grande assemblea nel parco del monumento nazionale di Giacarta, in un cui i fedeli musulmani hanno pregato e hanno chiesto nuovamente alla magistratura di arrestare il governatore.
I cristiani indonesiani, accanto a molti fedeli musulmani, si sono uniti alla preghiera per la pace, concordando sull’urgenza di promuovere il bene del paese, il rispetto della democrazia e della “Pancasila”, la carta di cinque principi che sta alla base della Costituzione indonesiana e della convivenza civile nell’arcipelago.
Ahok è accusato di blasfemia dopo che, in un intervento del settembre scorso, in cui annunciava la ricandidatura alla carica di governatore, aveva citato il versetto di una sura del Corano, affermando che ogni cittadino indonesiano ha legittimo diritto a votare per lui, mentre alcuni leader islamici sostenevano che, secondo il Corano, solo un musulmano può guidare altri musulmani.
Secondo gli osservatori politici, in Indonesia è in atto un confronto tra il fronte dei riformatori, guidati dal presidente Joko Widodo e dal governatore Ahok, e le opposizioni dell’ex presidente Susilo Bambang Yudhoyono, che stanno utilizzando l’islam militante come mezzo per contrastare i riformisti. L’accusa di blasfemia al governatore di Giacarta andrebbe inserita in questa cornice di strumentalizzazione della fede islamica.
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Indonesia: il 13 dicembre il processo al governatore cristiano di Giacarta
Basuki Tjahaja Purnama è stato accusato di presunta blasfemia. Il suo caso ha suscitato manifestazioni di massa nel Peese