Lettura
Il testo oggi proposto alla nostra riflessione è la conclusione del “Discorso della montagna” nel vangelo di Matteo: un testo programmatico per la vita dei discepoli del Regno che richiama le tavole della legge consegnate a Mosè come impegno dell’antica alleanza. Il Discorso della Montagna inizia con le Beatitudini e si conclude con la piccola parabola della casa fondata sulla roccia, a indicare che i poveri, gli afflitti, i puri di cuore, perdenti agli occhi del mondo, sono le sole persone stabili che hanno futuro alla prova del fuoco del tempo e dell’avvicendarsi delle difficoltà. In un tempo dove tutto è “liquido”, anche gli amori, il cristiano risplende per stabilità, che non viene da sé, ma dalla grazia di appartenere a Cristo, roccia salda e immutabile.
Meditazione
Nel cammino di Avvento appena iniziato sei posto dinnanzi ad una scelta: come vuoi impiegare la tua vita? Su cosa vuoi poggiarla? A Chi vuoi dare fiducia? San Paolo, che ha dovuto affrontare tante difficoltà e pericoli d’ogni genere, alla fine, vecchio e in carcere, afferma con forza: “So in Chi ho riposto la mia fiducia!”. La parabola delle due case riguarda tutti i credenti, perché tutti ascoltano la Parola, ma molti si limitano ad un semplice “sentire” senza permettere ad Essa di radicarsi e portare frutto. Molti ascoltano, ma pochi mettono in pratica. Le due case sembrano solide e stabili, magari la seconda sarà anche a firma di un famoso e fumoso architetto, fotografata e posta nei libri di storia dell’arte, ambita meta di feste ed eventi, location di serate danzanti e trasmissioni televisive. La differenza si fa manifesta all’insorgere di difficoltà che mettono alla prova la stabilità. Gesù fa riferimento a “cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa”, noi possiamo aggiungere tifoni, terremoti, trombe d’aria e, fuori metafora, malattie, crisi, abbandoni, lutti, tentazioni, crolli di borse e fallimenti di banche. La stabilità di una casa non si poggia su ciò che si vede (mura, colonne, capitelli, arredamento), ma su ciò che è nascosto agli occhi: le fondamenta. È così anche per un uomo: la sua solidità non sta negli averi, nella fama, nei titoli, ma in ciò su cui è ancorato il suo cuore. Dove si poggia la tua vita? È Gesù la roccia invisibile e salda della tua esistenza? In un mondo dove vige il primato dell’apparire sull’essere, nessuno fa riferimento a ciò che non muta e ai “Propilei della vita”, anche il credente, in questa folle corsa a mostrare titoli ed amicizie importanti, rischia di perdere attenzione alla preghiera, alla vita spirituale, al proprio cammino verso la vera felicità che solo Gesù può dare.
Preghiera:
Con te, Signore, non temo alcun male. Accompagnami nelle vicende della vita e rendimi consapevole della tua presenza e del tuo aiuto.
Agire:
Vado a confessarmi per rimettere “in sicurezza” la mia vita.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Ti amo, Signore, mia roccia
Meditazione della Parola di Dio di giovedì 1 dicembre, Feria della I settimana di Avvento