Foto: Quirinale.it

Mattarella: "Difendere e assicurare ricostruzione territori colpiti dal terremoto"

Da Gerusalemme, il presidente chiede allo Stato di essere vicino alle popolazioni colpite dal sisma. Ieri, prima notte fuori casa degli sfollati

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“Un altro giorno di tristezza grava sul nostro Paese – come ormai da cinque giorni – dopo quelli di fine agosto. In quei giorni abbiamo pianto delle vittime. Il sollievo perché non vi sono vittime questi giorni non impedisce che ci si renda conto della gravità di quel che è avvenuto, delle gravi conseguenze del terremoto”.
Così il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in questi giorni a Gerusalemme, commenta il terremoto che ha nuovamente colpito ieri mattina il Centro Italia, distruggendo interi comuni tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Secondo gli esperti, si è trattata della più forte scossa sismica dal 1980 con il terremoto in Irpinia.
Le scosse legate alla faglia che si è aperta con il terremoto del 24 agosto scorso sono state oltre 100. La più forte è stata quella delle ore 4.27, di magnitudo 4.2 a 11 km di profondità e a soli 3 chilometri da Norcia. Diverse le onde telluriche avvertite chiaramente dalla popolazione e dagli sfollati.
“In tutte le regioni interessate, in una vasta parte del nostro Paese, molte persone hanno perso la loro casa, molte altre hanno paura di entrarvi”, ha detto il capo di Stato, ricordando che nei paesi colpiti dal terribile terremoto del 24 agosto era iniziata la ricostruzione.
“Quanto è avvenuto in questi ultimi cinque giorni ne aumenta le difficoltà. Dobbiamo assolutamente difendere e assicurare la ricostruzione e la ripresa di quei territori”, ha detto, “occorre esprimere a tutti i nostri concittadini colpiti, così numerosi, sostegno e grande solidarietà; occorre il contributo di tutti, di ogni territorio, di ogni parte, di ogni opinione, perché a tanti nostri concittadini in difficoltà venga garantito il diritto, l’esigenza di poter vivere nella loro case con tranquillità. Sono giorni in cui molti nostri concittadini hanno difficoltà gravi nella loro vita. Occorre sorreggerli e lo Stato deve essere loro vicino perché vengano superate queste difficoltà”, ha concluso Mattarella.

Intanto ieri gli sfollati – se ne contano circa 7mila solo nelle Marche – hanno trascorso la prima notte fuori casa, nelle auto o nelle strutture di accoglienza. La terra ha continuato infatti a tremare senza sosta, come senza sosta è il lavoro svolto dalla Protezione Civile e dagli altri soccorritori impegnati sul campo.
Tra gli sfollati si contano anche le clarisse del monastero di Santa Maria della Pace nel centro storico di Norcia, che hanno dovuto abbandonare di corsa dopo la forte scossa i propri alloggi, con l’aiuto dei Vigili del fuoco, violando le millenarie regole della clausura. In piazza, le religiose hanno trovato i frati benedettini della Basilica di Norcia, quasi interamente crollata, e insieme con altri cittadini si sono unite in preghiera.

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ZENIT Staff

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