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La vita contemplativa femminile è un segno di speranza per il mondo

Si è concluso ieri a Roma il Convegno Internazionale per Vicari episcopali e Delegati per la Vita Consacrata

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Di vita contemplativa femminile e del nuovo documento Vultum Dei Quaerere si è parlato nel pomeriggio di ieri al Convegno Internazionale per Vicari episcopali e Delegati per la Vita Consacrata. A introdurre il tema, P. Sebastiano Paciolla, O.Cist., sottosegretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica: «Le prospettive della Costituzione Vultum Dei Quaerere – ha detto si muovono su due fronti: uno sulla promozione della vita claustrale nelle aree di nuova evangelizzazione, dove tale realtà non è presente oppure è in espansione, uno in riferimento alle aree di antica evangelizzazione, dove la realtà della vita claustrale, nonostante lodevoli eccezioni, presenta delle difficoltà.
Nell’una e nell’altra situazione si deve esigere da parte dell’autorità competente – presidente di congregazione monastica, superiore dell’Istituto consociante, vescovo diocesano – il diritto/dovere di vigilanza e la sollecitudine pastorale».
Dopo le premesse giuridiche si è poi passati all’orizzonte teologico-spirituale di Vultum Dei Quaerere con gli interventi diElena Beccaria (monaca Clarissa) e Stefania Costarelli (monaca Benedettina).La prima, ha toccato i punti fondamentali del documento (formazione, vita fraterna in comunità, impegno acetico, clausura, mezzi di comunicazione) evidenziando l’importanza, nella vita contemplativa, di ascoltare Dio e ascoltare l’uomo: «Se la vita contemplativa cessa di tenere gli occhi fissi nel volto di Cristo, cessa la sua funzione nella Chiesa; ma se non tende l’orecchio a raccogliere la voce dell’uomo, rischia di non essere più “cristiana”».
Stefania Costarelli ha parlato dei ‘pilastri’ della spiritualità benedettina e, soffermandosi sul motto di S. Benedetto Ora et Labora, ha affermato: «Spesso le persone che ci avvicinano non pensano che nei monasteri c’è tanta laboriosità e lavoro, quando poi spieghiamo ai nostri ospiti la nostra giornata con le varie attività rimangono sempre meravigliati: c’è l’idea di persone fuori della realtà che pregano e poco altro….invece nei monasteri si ricama, si dipingono Icone, si fa ospitalità, si lavora la campagna, si fanno le Ostie, i Paramenti Sacri, si accudiscono gli animali domestici, si fanno d traduzioni e di studio…e anche con tutto questo lodiamo il Signore e soprattutto condividiamo la vita di tanti nostri fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo lavorano e guadagnano il pane con il sudore della fronte».
A conclusione dei lavori, nella mattinata di oggi, Mons. Orazio Pepe, capo ufficio CIVCSVA, ha approfondito gli aspetti giuridici della Costituzione Apostolica Vultum Dei Quaerere, concludendo: «La vita contemplativa è rimasta sempre viva nella Chiesa grazie alla presenza costante del Signore, anche se ad epoche di grande vigore sono succedute altre di decadenza. Vogliamo sperare che in questo nostro tempo la vita contemplativa sappia rinnovarsi con e nella Chiesa, la quale offre loro queste nuove norme perché continuino nella ricerca del volto di Dio senza trascurare quello sofferente degli uomini del nostro tempo!».
 

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ZENIT Staff

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