MADRID, venerdì, 14 settembre 2007 (ZENIT.org).- Il consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e direttore dell’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan, Stefano Fontana, ha chiuso questo giovedì il XVI Corso di Dottrina Sociale della Chiesa con un intervento intitolato “Il relativismo occidentale come questione etica e politica. Risposta della fede cristiana”.
L’oratore ha ripercorso il pensiero moderno fino alla dittatura del relativismo e ha affermato che “l’unica verità del razionalismo moderno consiste nel fatto che non esiste alcuna verità”, sottolineando che “al cristianesimo spetta di salvare l’umanità dell’uomo, alla fede di salvare la ragione e alla carità di salvare la giustizia”.
Il consultore del Consiglio vaticano ha affrontato la situazione attuale della dittatura del relativismo e ha affermato che “l’assolutizzazione della ragione, privata della purificazione della fede, si trasforma inevitabilmente in nichilismo e cultura della morte”.
Secondo Fontana, “il razionalismo è una fede, perché crede che la ragione non sia corrotta; la laicità della modernità è una fede, perché crede fermamente che possa realizzarsi da sé; lo gnosticismo è una fede, perché crede senza avere alcun dubbio che la conoscenza possa salvare e farlo da sola”.
Fontana ha contrapposto alla cultura dei diritti imperante una “cultura dei doveri” che permetta l’apertura al trascendente: “la stagione dei diritti è terminata e ora sono necessarie una nuova cultura e una politica dei doveri che ridiano spazio all’indispensabilità, non solo all’utilità”.