Sono oltre 155 i morti e circa i 500 feriti dell’attacco aereo della coalizione a guida saudita condotto ieri a Sana’a, capitale dello Yemen, dove si svolgeva la cerimonia funebre di Ali bin Al-Ruwaishan, padre di un esponenti di spicco dei ribelli sciiti Houthi, ovvero il ministro dell’Interno Jalal al Ruwaishan.
I caccia della coalizione sunnita hanno colpito una sala, nella parte sud della capitale, dove erano presenti 2 mila persone. Tra le vittime ci sarebbero alcuni alti ufficiali Houthi e il sindaco della città. La coalizione sunnita guidata da Riad, tuttavia, ha negato ogni responsabilità in questo attacco, affermando in un comunicato di non aver compiuto operazioni militari sul luogo, e ha invitato a cercare “altre cause”.
La coalizione militare a guida saudita si è detta invece pronta a indagare su quanto accaduto. “Siamo molto turbati da una serie di attacchi ai civili”, ha detto il portavoce della Sicurezza nazionale Ned Price. “Alla luce quelli e di ciò che è accaduto adesso – ha aggiunto – abbiamo cominciato a rivedere il nostro già abbastanza ridotto sostegno alla Coalizione e lo renderemo compatibile con i principi, i valori e gli interessi degli Stati Uniti, tra cui vi è la fine immediata di questo conflitto. La cooperazione con l’Arabia Saudita non è un assegno in bianco”.
Dopo queste parole, Riad, che ha negato ogni responsabilità, si è detta dunque pronta ad aprire un’inchiesta con gli Usa sul “deplorevole e doloroso” attacco aereo, riferisce la Saudi Press Agency. “La coalizione – promette una nota – avvierà immediatamente un’inchiesta su questo caso insieme con esperti americani che hanno partecipato ad altre indagini”.
Yemen: raid della coalizione fa strage durante un funerale
Oltre 150 morti e 500 feriti nell’attacco. Tra le vittime diversi esponenti dei ribelli sciiti. Gli Usa pronti a rivedere il sostegno a Riad