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Grappolo allo specchio

Nessuno di noi vale per quello che fa ma per quanto amore trasuda nel donare la vita al prossimo che lo “torchia” perché possa “testimoniare” Dio

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Uno stupendo, dorato, turgido grappolo d’uva è chiamato a tenere una conferenza alla fiera “Vinitaly” di Verona. Invitato da una folla di raffinati enologi, rinomati assaggiatori e buongustai, centinaia di migliaia di visitatori intervenuti alla più grande manifestazione del vino.
Questo grappolo, invidiato da tutti i fratelli della vigna, comincia a parlare guardandosi allo specchio. Mette in evidenza la sua bellezza, il colore oro dei suoi chicchi, la sua preziosità nella vigna, nelle cantine e soprattutto sulla tavola. Descrive magistralmente l’inizio della dolorosa potatura della madre vite, ha accennato alla gemmazione ricca di speranza, fino ad arrivare alla formazione del primo viticcio, delle timide foglioline, fino all’esuberante promessa dell’autunno e agli esaltanti programmi di campionature tra i vari generi d’uva proposti ed esposti dal mercato.
I quaderni degli attentissimi uditori si riempiono di spunti interessanti, di idee sfolgoranti e profonde. Ma il gusto e lo stomaco degli ascoltatoti si allontanano dal grappolo tanto delusi quanto illusi dalle “tante, troppe parole belle, suasive, ma… vuote”.
Tu, grappolo, sei interessante e utile non quando ti parli addosso davanti allo specchio, ma quando, anche nell’impossibilità di esprimerti, trasudi l’inesprimibile tua essenza lasciandoti “stritolare” dagli assetati.
Tu, Andrea, non vali per quanto dici o scrivi di te, ma per quanto amore concreto trasudi nel donare la tua vita per il prossimo che ti “torchia” perché tu gli possa “testimoniare” Dio.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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