Egitto. Approvata la legge per la costruzione delle chiese

La normativa votata da più dei due terzi dei 596 membri del Parlamento, per lo più appartenenti alla maggioranza che sostiene il Presidente al Sisi

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Il Parlamento egiziano ha approvato nella seduta di ieri, martedì 30 agosto, la nuova legge sulla costruzione delle chiese, ancora al centro di aspre critiche da parte di osservatori e gruppi appartenenti alle comunità cristiane egiziane. Il presidente dell’Assemblea parlamentare, Ali Abdel Aal – riferiscono le fonti ufficiali nazionali – ha confermato che alla fine della sessione parlamentare di martedì la legge è stata votata da più dei due terzi dei 596 membri del Parlamento, per lo più appartenenti alla maggioranza che sostiene il presidente Abdel Fattah al Sisi.
Secondo quanto disposto dalla nuova legge – spiega l’agenzia Fides – i Governatori delle Province dovranno rispondere entro quattro mesi alle richieste di costruzione di nuove chiese presentate dalle comunità cristiane. In caso di rifiuto, il governatore deve motivare la sua decisione, e la comunità ha diritto di fare appello ai tribunali amministrativi.
La legge, tra l’altro, stabilisce che “la superficie della chiesa deve essere adeguata al numero dei cittadini appartenenti alla comunità cristiana, e deve prendere in considerazione la crescita della popolazione”. Una indicazione criticata da molti per la sua vaghezza.
La stampa egiziana riferisce che l’approvazione della legge è avvenuta in un clima disteso, con alcuni parlamentari che scandivano slogan come “Viva la croce e la mezzaluna”. Il presidente del Parlamento Ali Abdel Aal ha subito telefonato al Patriarca copto ortodosso Tawadros II per esprimere le proprie felicitazioni al Primate della Chiesa copta ortodossa riguardo all’avvenuta approvazione della legge.
Nelle ultime settimane, si erano moltiplicate all’interno delle comunità cristiane egiziane le voci critiche nei confronti del progetto di legge, e gruppi di giovani cristiani avevano anche iniziato a raccogliere firme per una petizione che ne chiedeva il ritiro. A far problema, secondo molti, sono gli emendamenti aggiunti al testo nel corso della lunga e laboriosa fase istruttoria, che lasciano la porta aperta alle manovre di chi, nelle situazioni locali, fosse eventualmente intenzionato a boicottare la costruzione di nuove chiese.
Molti rilievi critici vengono rivolti soprattutto a un articolo del disegno di legge, dove si afferma che la costruzione delle nuove chiese viene autorizzata dai governatori “con il coordinamento delle autorità interessate”. In tanti temono che tale espressione indefinita potrà consentire alle forze di sicurezza locali di bloccare la costruzione di nuovi edifici di culto cristiani, invocando ragioni di ordine pubblico, soprattutto nelle aree più segnate da conflitti settari.
Il Sinodo sella Chiesa copta ortodossa aveva espresso il suo consenso alla proposta di legge soltanto mercoledì 24 agosto. “Sui necessari consensi richiesti da parte delle forze di sicurezza” ha riferito nei giorni scorsi all’Agenzia Fides Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Guizeh, “si dice che il Patriarcato copto ortodosso ha ricevuto rassicurazioni vebali che tale disposizione non verrà applicata in maniera rigida”.
Agli occhi di molti cristiani egiziani, la nuova legge rappresenta comunque un passo avanti rispetto alle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 alla legislazione ottomana dal Ministero dell’interno, che vietavano tra l’altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l’applicazione rigida di quelle regole ha impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell’Alto Egitto

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ZENIT Staff

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