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Egitto: nuova legge sulla costruzione delle chiese troppo restrittiva

La perplessità del vescovo copto-cattolico: “Penalizzate le comunità rurali”. I musulmani solidali con i cristiani

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In Egitto, la proposta di legge sulla costruzione di nuove chiese, ha ricevuto un assenso pieno di riserve da parte del Sinodo della Chiesa Copto-Ortodossa. Ancora più grandi sono le perplessità tra i cristiani comuni, al punto che alcune comunità si stanno mobilitando per chiedere lo stralcio del progetto di legge e la sua riformulazione ex novo.
“La situazione è ancora controversa – ha dichiarato a Fides mons. Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto-cattolico di Guizeh – e l’approvazione del Parlamento non è scontata. La proposta di legge, dopo più di dieci bozze, appare piena di lacune, e entra troppo in dettagli tecnici, permettendo a chiunque di usare ancora pretesti per impedire la costruzione di nuove chiese”.
Tra le norme controverse: la larghezza della chiesa non dovrebbe superare più di una volta e mezzo quella della strada adiacente più grande. “Ma questa regola può andar bene nelle città, non certo nei villaggi, che magari hanno strade larghe un metro e mezzo”, ha commentato Aziz Mina, confidando la sua scarsa fiducia nelle rassicurazioni verbali del governo sull’applicazione flessibile della legge.
“Anche molti musulmani – ha sottolineato il vescovo – stanno criticando la legge, e propongono semplicemente che le regole per la costruzione delle moschee vengano applicate anche alla costruzione dei luoghi di culto cristiani”.
Quello che sperano i cristiani egiziani è la totale archiviazione della legge del 1934 che vietava, tra l’altro, la costruzione di nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali, rendendone così quasi impossibile l’edificazione, in particolare nelle aree rurali.

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ZENIT Staff

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