La metà del cibo che viene prodotto nel mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura, benché sia in gran parte commestibile.
Fra le cause di questo spreco di massa ci sono le cattive abitudini di milioni di persone, che non conservano i prodotti in modo adeguato. Ma anche le date di scadenza troppo rigide apposte sugli alimenti, le promozioni che spingono i consumatori a comprare più cibo del necessario, i numerosi passaggi dal produttore al consumatore nelle catene di montaggio dei cibi industriali.
In Italia, secondo il Barilla Center for Food and Nutrition, ogni anno finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro. Un costo di 450 euro all’anno per famiglia. Cibo che basterebbe a sfamare, circa 44 milioni di persone.
Chi per motivazioni economiche, chi per etica, chi per la sostenibilità ambientale, sono oltre 8 su 10 gli italiani che dicono no allo spreco alimentare, secondo il sondaggio Swg per Last Minute Market. Lo spreco alimentare “ognuno dovrebbe evitarlo” (8,7%), “andrebbe evitato per aiutare i bisognosi” (8,3), “è immorale quando c’è chi muore di fame” (8,3), “produce più rifiuti da smaltire” (8,2), “è un difetto del sistema economico” (8,0), “è perdita di risorse che mette a repentaglio il futuro del pianeta” (7,8). Il 78% degli italiani chiede l’assunzione di responsabilità di ogni cittadino nel suo piccolo per evitare gli sprechi alimentari. Il 67% del campione immagina leggi che prevedono sgravi fiscali per chi adotta soluzioni antispreco donando le eccedenze. E secondo il 62% degli intervistati nelle scuole si dovrà insegnare la “neo-economia domestica” con corsi obbligatori che spiegano come sfruttare bene in cucina tutti gli alimenti. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi, a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Per una famiglia italiana questo significa una perdita di 1.693 euro l’anno.
A fronte dei miliardi di tonnellate di cibo gettato nella spazzatura, c’è un miliardo di persone al mondo che non ha accesso a sufficienti risorse alimentari.
Se n’è discusso ieri, all’ultima giornata del Meeting di Rimini, nell’incontro sul tema Cibo. Un bene per tutti. Dalla lotta allo spreco alle nuove tecnologie.
Assente al dibattito il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali, Maurizio Martina, che si è trattenuto a Roma per le vicende legate al terremoto che ha colpito l’Italia centrale
Ha introdotto la tavola rotonda, il Presidente Nazionale di Confagricoltura Mario Guidi, dichiarando che “la nostra responsabilità è coniugare la capacità di reddito e di profitto puntando sulle tecnologie. Oggi abbiamo la consapevolezza del valore della sostenibilità. Ci siamo ricordati che tutto ciò che l’agricoltura produce dev’essere utilizzato e niente deve essere sprecato. Dobbiamo lavorare per questo e dobbiamo essere aiutati anche da norme specifiche”.
“Siamo ormai abituati a fare le cose secondo un ritmo che non possiamo più permetterci – ha aggiunto – la nostra mania di perfezione fa sì che tutto ciò che non è perfetto venga buttato via. Invece dobbiamo valorizzare ciò che prima consideravamo rifiuto. È necessario passare dall’efficienza all’efficacia. L’agricoltura si salverà solo attraverso le tecnologie ed è ciò che noi come Confagricoltura stiamo cercando di fare: formare dei formatori per le aziende in grado di promuovere e supportare l’agricoltura con i nuovi sistemi tecnologici”.
“Il titolo del Meeting – prosegue Guidi – dovrebbe avere come sottotitolo ‘l’invidia deve essere bandita’ perché questa non porta a nulla. L’invidia che dobbiamo provare dev’essere positiva, perché nel tempo in cui viviamo tutto è possibile”.
il Presidente Nazionale di FEDERUNACOMA, Massimo Goldoni , ha dichiarato: “Anche le macchine possono aiutarci”. “Dobbiamo imparare dalla storia e vedere ciò che abbiamo fatto e che sappiamo fare bene. L’Italia è il secondo produttore al mondo per la meccanizzazione agricola. L’agricoltura è stato il settore principale del primo dopoguerra, abbiamo saputo valorizzare, migliorare e crescere in alcune delle nostre produzioni – spiega Goldoni – oggi è importante tenere presenti due fattori, la crescita demografica e il cambiamento degli usi e dei costumi della popolazione. È quindi necessario creare strategie che vadano al di là dei nostri confini, cercando di preservare, mantenere e migliorare l’acqua, la terra e l’aria perché dobbiamo lasciare un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato”.
Il Direttore generale Nespresso Italiana, azienda nata trent’anni fa in Svizzera ed entrata nel mercato italiano per produrre caffè di alta qualità, ha portato un esempio concreto di cosa significhi lavorare per il bene sociale, ambientale e umano. “Il titolo del Meeting è in linea con la filosofia della nostra azienda. ‘Tu sei un bene per me’ è ciò che vorremmo pensassero i consumatori di noi – spiega il direttore – nel Sud Sudan, dove ci sono le piantagioni di caffè abbiamo cercato di creare le condizioni necessarie per la sostenibilità, di aiutare le piccole aziende e i piccoli coltivatori a migliorare la qualità e la produzione cercando di stare a stretto contatto e di condividere la quotidianità dei lavoratori”. Nel breve video mostrato a conclusione del suo intervento colpisce una frase: “Insieme siamo in grado di garantire che ogni tazzina di caffè sia un bene per il mondo”.
L’onorevole Maria Chiara Gadda, membro della Commissione Agricoltura, ha accennato alla legge promossa in Parlamento contro gli sprechi alimentari e farmaceutici. “Il provvedimento nasce da un’analisi quantitativa che si concentra sullo spreco – ha spiegato -. Il cibo è un diritto di tutti ed un bisogno primario, questo è stato il filo rosso che ha guidato la legge. È articolata in 18 articoli e ha al centro il dono, un scambio gratuito. Questa legge è una tappa importante di un percorso che funziona in maniera circolare, se ognuno di noi vi contribuisce nella quotidianità”.
Ha concluso il convegno Livia Pomodoro, Presidente del Milan Center For Food Law and Policy, parla del cibo come bene e diritto fondamentale dell’umanità. “Se non facciamo attenzione a questo tema, l’umanità sarà colpita da malati per eccesso di cibo e malati per carenza di cibo – ha detto la Pomodoro -. Non c’è cibo senza diritto, esso è il filo conduttore per far comprendere agli uomini cosa è la convivenza degli uni con gli altri. Esso ci fa crescere come umanità”.
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Dalla lotta allo spreco alle nuove tecnologie
“Il cibo è un bene per tutti, ma spesso non è condiviso”: se n’è discusso a conclusione del Meeting di Rimini