«C’è una parola che non dobbiamo mai stancarci di ripetere e soprattutto di testimoniare: dialogo». Queste parole di Papa Francesco ci hanno accompagnato e sfidato per tutta la settimana ad andare sempre più a fondo del tema proposto quest’anno. Abbiamo cercato di offrire quella «testimonianza creativa» che il Papa ci ha chiesto, come modalità per rispondere alle sfide della realtà presente, di fronte a una svolta epocale che esige risposte nuove per intercettare le ferite profonde dell’uomo contemporaneo.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento inaugurale, ci ha detto: «L’altro ci conduce meglio al domani». «Per spezzare la catena dell’autoreferenzialità, […] è necessario dare il giusto valore all’altro. Dare valore al dialogo. Mettere insieme le speranze e l’amicizia. […] Anche per questo è vero che “tu sei un bene per me”». Desiderosi di corrispondere a quello che ci ha detto nel suo intervento: «Siete una risorsa preziosa per la nostra società», ci siamo messi in gioco per offrire a tutti il contributo di una esperienza, esaltando il bene che c’è in chiunque abbiamo incontrato in questi giorni, per costruire insieme un futuro migliore.
In molti questa settimana ci hanno testimoniato la verità di questa coraggiosa affermazione, ci hanno mostrato che aprirsi all’altro non impoverisce il nostro sguardo ma ci rende più ricchi. A partire dall’abbraccio tra Maria Grazia Grena e Agnese Moro con Adolfo Ceretti, alla testimonianza sulla vita dei cristiani in Medio Oriente di Camillo Ballin, Vicario apostolico dell’Arabia del Nord, dalla mostra dedicata al tema dei migranti al dialogo con ilPresidente Romano Prodi e S.Ecc. Silvano Maria Tomasi. E ancora: il racconto di Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo, Tunisia, di Mohamed Fadhel Mahfoudh, Premio Nobel per la Pace 2015, dell’Arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, e di Padre Firas Lutfi, Vice parroco di San Francesco ad Aleppo in Siria, il dialogo con il rabbino Eugene Korn su ebrei e cristiani come partner nella redenzione del mondo e con l’ortodosso Legoyda sull’abbraccio tra Francesco e Kirill che ha cambiato la storia.
Anche l’analisi sul futuro dell’Europa di Jan Figel, Commissione per la promozione della libertà religiosa e di credo al di fuori dell’Unione, e del professor Joseph Weiler e quella sull’Islam europeo del Gran Muftì di Croazia, Aziz Hasanovic, e di Wael Farouq, sono state l’occasione di testimoniare che l’altro è un bene.
Anche l’incontro con chi ha costruito pezzi di Meeting con noi è stato occasione di verifica: basti pensare a Luciano Violante per la mostra dei 70 anni della Repubblica e, con lui, tutti gli ospiti che sono intervenuti nel ciclo di incontri dedicato a questo anniversario; oppure all’Ambasciatore presso la Santa Sede dell’Honduras, Carlos Avila Molina, che ha curato la mostra sul Perdono e la Misericordia; a Giorgio e Marylin Buccellati, curatori dell’esposizioni sulla Georgia; all’incontro con la Postulazione per la Causa di Madre Teresa che ha portato al Meeting la grande esposizione sulla suora che sarà canonizzata il prossimo 4 settembre.
Di rilievo i focus legati a temi internazionali curati dalla presidente della Rai, Monica Maggioni, ai quali ha partecipato tra gli altri anche Claudio Descalzi. E, infine, gli straordinari artisti degli spettacoli del Meeting: Tosca, Tania e Mirna Kassis, Gioele Dix, Paolo Cevoli, gli interpreti dello spettacolo dedicato a Thomas More, Franco Branciarolie Matteo Fedeli.
Una settimana che ci ha testimoniato una speranza che vince anche la paura di fronte al terremoto che ha colpito l’Italia centrale e ci rende ancora più seri e più decisi nel condividere le ferite e le domande profonde della nostra gente.
È una storia, una vita, che ha visto tutti protagonisti: gli oltre 3000 volontari, che sono arrivati da diversi Paesi del mondo, i circa 270 relatori, i curatori delle mostre e anche gli interpreti del mondo dell’economia, dell’imprenditoria, della politica e le aziende che hanno deciso di realizzare il Meeting con noi.
Dopo questa settimana, in questi giorni così tragici per il nostro Paese e per il mondo, torniamo a casa, al lavoro, a studiare, seriamente desiderosi di scoprire sempre di più che, come diceva don Giussani: «È la conoscenza della potenza di Gesù Cristo la ragione profonda di ogni nostro gesto di presenza sociale e di comunicazione al mondo: ma questa motivazione unica ed originalissima non diviene evidente se non nella testimonianza di una passione per l’uomo, carica di accettazione della situazione concreta in cui esso si trova, e, quindi, pronta ad ogni rischio ed a ogni fatica».
Per questo il titolo della XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si terrà a Rimini da venerdì 18 a giovedì 24 agosto 2017, è una frase tratta dal Faust di Goethe: “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”.
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"Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo": il titolo del Meeting 2017
Un bilancio dell’evento di Rimini appena concluso, a cura della presidente della Fondazione del Meeting per l’amicizia dei popoli