Essere bambini per entrare nel Regno

Meditazione quotidiana di Sabato 13 Agosto 2016 – della XIX Settimana del Tempo Ordinario, Feria

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Lettura
Il messaggio del profeta agli esuli in terra straniera è quello della responsabilità personale dinanzi al peccato. Essi non devono sentirsi responsabili dei peccati dei loro padri. Quello che è decisivo invece è la conversione personale, è avere “un cuore puro”, come implora il salmista. È il cuore dei bambini, cioè di coloro che vivono con innocenza, con purezza il rapporto con Dio e che, quindi, sono pronti a partecipare del Regno dei cieli.
Meditazione
Il breve brano del Vangelo di oggi è divenuto uno dei punti di riferimento per il cammino spirituale del cristiano. Gli apostoli in quel momento probabilmente desideravano non distogliere il maestro dalla sua azione in favore di tanti, ma Gesù fa capire loro che ogni essere umano, specialmente i più deboli e i più piccoli, sono i destinatari del dono del Regno.
“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: di essi è il regno dei cieli!”. Queste parole sono spesso stampate e affisse nei locali delle parrocchie destinate all’attenzione dei bambini. Sulla scia di queste parole, santa Teresina del Bambin Gesù ha insegnato alla Chiesa la sua “piccola via”. Così scriveva nella sua Storia di un’anima: «O Gesù, perché non mi è possibile dire a tutte le piccole anime quanto la tua condiscendenza è ineffabile? Sento che se per assurdo tu trovassi un’anima più debole, più piccola della mia, ti compiaceresti di colmarla di favori ancora più grandi, qualora si abbandonasse con fiducia completa alla tua misericordia infinita. Ma perché desiderare di comunicare i tuoi segreti d’amore, o Gesù? Non sei tu solo che me li hai insegnati e non puoi forse rivelarli tu ad altri? Sì, lo so, e ti scongiuro di farlo.
Ti supplico di chinare il tuo sguardo divino su un gran numero di piccole anime! Ti supplico di scegliere una legione di piccole vittime degne del tuo Amore!». “Se non vi farete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli!”. Nel nostro cammino verso Dio, nella misura in cui approfondiamo l’amicizia con Cristo, ci rendiamo conto che è più importante la capacità di affidamento e apertura alla grazia, all’azione dello Spirito Santo che i nostri sforzi. Nello stesso modo anche la preghiera, quando ne facciamo esperienza, sempre più profonda, non sarà tanto uno sforzo ascetico di raccoglimento e di pensiero o di discorsi da elaborare dinanzi a Dio, ma la capacità di lasciarci amare da Lui, di metterci alla sua presenza e di lasciarci trasformare, sperimentando quanto Lui ci ama, prima ancora che noi possiamo fare il primo passo. Sì, Lui ci chiede di essere semplici come bambini.
Preghiera:
O Signore, fa’ che accolga la tua parola come gli apostoli che ti accompagnavano. Istruiscimi. Fa’ che sia capace di confidare come un bambino nelle braccia di sua madre.
Agire:
Oggi sarò particolarmente attento a vivere la mia giornata con piena fiducia in Dio.
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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