Come annunciato, ieri, 25 luglio 2016, è approdato in aula della Camera il ddl sulla legalizzazione della cannabis, proposta trasversale che vede tra i due primi relatori Benedetto Della Vedova, sottosegretario al Ministero degli Esteri, e Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera.
A sostenere il progetto, che per la prima volta nella storia d’Italia viene discusso dall’assemblea parlamentare, un intergruppo di 221 deputati: 87 del Movimento 5 Stelle, 85 del Pd, 24 di Sinistra Italiana, 16 senza liste, 7 di Scelta Civica e 2 di Forza Italia.
Il dibattito è durato sei ore e il Governo, come ha riferito la vicepresidente Marina Sereni, si è riservato di intervenire per esprimere il proprio parere in un altro momento. “Oggi si comincia il dibattito senza ipocrisie ma poi l’esame si aggiornerà a settembre ed è lì che i partiti dovranno decidere l’approccio”, ha detto il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Walter Verini.
Il no alla legalizzazione della cannabis vede uniti esponenti del mondo scientifico, dell’associazionismo e della magistratura, oltre a diversi parlamentari. Contraria si è detta a più riprese Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, che ha risposto a chi sostiene che sia proficuo per la lotta alla mafia legalizzare la cannabis ricordando che “a suo tempo Paolo Borsellino disse l’esatto contrario, come fa oggi fa il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri”.
A sottoscrivere l’opinione di Borsellino e Gratteri, il collega Valter Giovannini, procuratore aggiunto di Bologna. Egli ha espresso due considerazioni sulla legalizzazione della cannabis. “La prima riguarda il possibile passaggio dall’uso di droghe cosiddette leggere a quelle più pesanti, come l’eroina, il cui consumo è in aumento anche nella nostra città, e la cocaina, il cui prezzo è sempre più accessibile – ha detto -. Tale rischio, in passato altissimo, oggi è forse un po’ diminuito, ma va tenuto assolutamente presente”.
In secondo luogo Giovannini contesta l’ipotesi che legalizzare le droghe possa nuocere alla criminalità organizzata. “Oggi – la sua riflessione – circola cannabis con un Thc altissimo, fino ad oltre il 40%. E quindi, fatalmente, dopo un primo periodo, i consumatori abituali riprenderebbero a rifornirsi sul mercato illegale, dove si continuerebbe a trovare del ‘fumo buono’”.
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Italia. Legalizzazione cannabis rimandata a settembre
Il testo è approdato ieri alla Camera, ma la discussione dovrà essere aggiornata