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Gender a scuola: la Regione Lombardia assiste i genitori

Nasce lo Sportello Famiglia, numero verde cui potranno rivolgersi i genitori per denunciare corsi di educazione sessuale gender nelle scuole dei figli

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Cresce il numero di genitori perplessi per i corsi di educazione sessuale propinati ai loro figli nelle scuole. In Lombardia da settembre essi avranno a disposizione un numero verde per denunciare episodi scolastici in cui ai minori venga insegnato che possono scegliersi liberamente il sesso a cui appartenere o che possono scambiarsi i vestiti con i compagni dell’altro sesso.
La Regione Lombardia, infatti, ha annunciato l’apertura di uno Sportello Famiglia con un numero di telefono dedicato a loro: 800 318318. Oltre ai genitori che volessero segnalare corsi gender nelle scuole dei propri figli, potranno rivolgersi a questo numero anche tutti coloro che volessero denunciare episodi di razzismo, bullismo, droga e vandalismo.
Lo Sportello sarà gestito dall’Age, Associazione italiana genitori. Come ha detto Cristina Cappellini, assessore alle Culture, Identità, Autonomie della Regione Lombardia, promotrice dello Sportello, “Age ci dà ampie garanzie su come verrà gestito il servizio, in quanto è una realtà molto strutturata e radicata sul territorio lombardo, e con un’ampia conoscenza ed esperienza nel campo della gestione di rapporti familiari ed educativi”.
La Castellini ha definito lo Sportello come “un valido strumento di contrasto all’ideologia gender, considerando il rischio di una sua sempre maggiore diffusione nelle nostre scuole e, più in generale, per fronteggiare eventuali casi di forme di disagio nel percorso educativo degli alunni, avendo come stella polare i valori non negoziabili della famiglia naturale e della tutela della libertà educativa in campo alla famiglia stessa”.
Il plauso all’iniziativa della Lombardia giunge anche da Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli.  “Esprimiamo soddisfazione per l’iniziativa di Regione Lombardia – ha detto -. Finalmente il soggetto sociale più importante e più maltrattato del nostro Paese, la famiglia, avrà un luogo di ascolto e di sostegno concreto”.
Il neurochirurgo bresciano rileva che “la famiglia, società naturale fondata sul matrimonio, è quotidianamente oggetto di attentati ideologici che vogliono la sua rovina, anche quando ipocritamente si dichiara di sostenerla promettendo quattro soldi”.
Egli ritiene ci sia in atto una strategia contro famiglia, bambini e genitori che passa per leggi che contemplano “unioni civili simil-matrimoniali, divorzio express, cannabis libera, educazione gender nelle scuole”.
Infine Gandolfini invita a una riflessione: “Le scomposte dichiarazioni di ben note agenzie politiche, intrise di ideologia, contro l’iniziativa di Regione Lombardia dovrebbero far aprire gli occhi a chi ancora non percepisce la gravità del momento che stiamo vivendo. Perché mai ci si dovrebbe opporre ad uno sportello che vuole difendere la famiglia, e dare risposte a condizioni di fragilità? Di che cosa si ha paura? Del fatto che i genitori hanno la responsabilità dei propri figli e che spetta ai genitori educarli, sottraendoli all’educazione di stato del pensiero unico?”.
“Ci auguriamo – conclude Gandolfini – che lo sportello nato ad experimentum per un anno possa diventare una realtà stabile al servizio della famiglia, e che altre Regioni scelgano di dar vita ad istituzioni analoghe”.

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ZENIT Staff

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