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Mattarella al Centro Astalli: "I rifugiati rendono più ricco il nostro Paese"

Nella Giornata Mondale del Rifugiato, il capo di Stato visita la sede del Centro a San Saba. Messaggio all’Unhcr: “Impegno consapevole, forte e determinato per salvare la vita di chi fugge”

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“I rifugiati rendono più ricco il nostro Paese, che soffre un tasso demografico basso. L’arrivo di giovani di talento e capacità, se governato con politiche serie, responsabili, lungimiranti e in maniera intelligente, arricchisce quindi il nostro Paese”. Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato ha visitato il Centro Astalli, attività della sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia che compie 35 anni.
Mattarella si è recato al centro di accoglienza nella zona romana di San Saba dove sono ospittia 30 uomini richiedenti asilo e rifugiati in convenzione con il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Accompagnato dal presidente del Centro, p. Camillo Ripamonti, ha visitato alcuni locali e si è intrattenuto con i rifugiati accolti. Ad attenderlo nello spazio esterno della struttura, circa 200 rifugiati assistiti nei diversi servizi che hanno preso parte all’evento.
In un messaggio inviato al delegato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) per il Sud Europa, Stephane Jaquemet,  il capo di Stato ha poi rivolto il suo “grato” saluto a quanti hanno voluto sottolineare la ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, “richiamando l’attenzione su un dramma dell’umanità che non conosce soste”. Questa significativa ricorrenza – scrive Mattarella – giunge in un momento particolarmente tormentato, caratterizzato da ingentissimi flussi di profughi e, con essi, di rifugiati”.  “Parallelamente – aggiunge – si manifestano e crescono, in un quadro di non trascurabile conflittualità politica e sociale, timori istintivi e generici appelli alla difesa, alla chiusura, all’innalzamento di muri e barriere”.
Soffermandosi sul tema scelto per l’edizione 2016, Con i rifugiati dalla parte di chi è costretto a fuggire, il presidente sollecita quindi “a richiamare i cittadini e la comunità internazionale a uno sforzo di comprensione e compenetrazione con le esigenze primarie di chi è in fuga, di chi chiede il nostro aiuto, di chi cerca rifugio, sottraendosi a catastrofi indicibili”.
“Il drammatico flusso di bambini, donne e uomini forzati a viaggi guidati dalla disperazione – afferma – richiede infatti un impegno consapevole, forte e determinato: impegno umanitario, per salvare la vita di chi fugge; impegno economico, per disporre di risorse adeguate ad affrontare l’emergenza; impegno politico, per attenuare le ragioni dei conflitti e del sottosviluppo e per governare un fenomeno epocale con intelligenza e lungimiranza”.
Da parte sua l’Italia, sottolinea Mattarella, “ha ben presenti queste priorità” e da tempo “è impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dalla Unione Europea”.

Ciò che domanda il presidente della Repubblica è pertanto “un autentico multilateralismo della comprensione”, perché “solo così potremo vincere una sfida che chiama in causa il nostro progresso civile, il nostro definirci europei, la nostra aderenza ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite”.

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ZENIT Staff

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