“Cari fratelli e sorelle, il lavoro dello scienziato richiede grande impegno, che può essere lungo e faticoso. Tuttavia esso può e dovrebbe essere una sorgente di gioia”.Lo ha detto stamane Papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, i partecipanti alla Scuola estiva di Astronomia della Specola Vaticana.
Il Pontefice si è detto lieto di accogliere professori e alunni del Corso estivo organizzato dai Padri Gesuiti alla Specola Vaticana.
Una qualificata partecipazione di persone provenienti da vari Paesi e differenti culture – ha precisato il Pontefice – “è segno di come la diversità può arricchire anche il lavoro di ricerca in ambito scientifico”.
Il Vescovo di Roma ha ringraziato Padre Paul Mueller, Vice Direttore dell’Osservatorio, i professori che si sono resi disponibili per accompagnare i giovani astronomi, “nella complessa e meravigliosa attività di scrutare l’universo, dono incomparabile del Creatore”.
Il Papa si è detto riconoscente a quanti, con la loro generosità, hanno contribuito a rendere possibile la scuola internazionale.
A conferma di quanto la Chiesa è amica della «vera e fondata scienza, sia umana che divina» il Papa Leone XIII fondò l’Osservatorio Vaticano con il Motu proprio Ut mysticam, (14 marzo 1891).
Facendo riferimento all’universo, comune a uomini e donne che vivono in contesti culturali e religiosi assai differenti, il Pontefice ha sottolineato che “Tutti noi viviamo sotto lo stesso cielo; e tutti siamo mossi dalla bellezza che si rivela nel cosmo e si riflette anche nei nostri studi sui corpi e le sostanze celesti”.
“Siamo così uniti dal desiderio di scoprire la verità su come opera questo meraviglioso universo, avvicinandoci sempre più al suo Creatore”.
Nello specifico la Scuola estiva di Astronomia della Specola Vaticana si è occupata questo anno dello studio dell’acqua nel sistema solare e altrove.
E’ evidente quanto l’acqua sia essenziale per la vita.
“Dai più piccoli fiocchi di neve alle grandi cascate, – ha detto il Papa – dai laghi e dai fiumi agli immensi oceani, l’acqua ci affascina con la sua potenza e al tempo stesso con la sua umiltà.
Le grandi civiltà ebbero inizio lungo i fiumi, e anche oggi l’accesso all’acqua pura è un problema di giustizia per il genere umano, ricchi e poveri.
Papa Francesco ha concluso augurando ai presenti di coltivare la gioia, che anima il lavoro scientifico, e che è la ragione per cui “non potete fare a meno di condividerla con i vostri amici, le vostre famiglie, le vostre nazioni, come pure con la comunità internazionale degli scienziati con i quali lavorate”.
Prima di benedire tutti i presenti il Pontefice ha chiesto di condividere i frutti della ricerca con umiltà e fraternità. Con questo auspicio, invoco su di voi e sulla vostra attività la benedizione del Signore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.
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Papa Francesco: "Tutti noi viviamo sotto lo stesso cielo"
Nell’udienza ai partecipanti della Scuola estiva di Astronomia della Specola Vaticana, il Papa rimarca il desiderio di scoprire la verità su come operi l’universo