L'amore prima del mondo

ZENIT - SC

Francesco in dialogo coi piccoli del mondo. Da "volevo fare il macellaio" a "guarirei tutti i bambini"

Oggi in libreria “L’amore prima del mondo”, edito da Rizzoli e a cura di p. Spadaro, che raccoglie le risposte del Papa alle lettere di bambini dai 6 ai 13 anni di tutti i continenti

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È un gran senso di tenerezza quello che si prova nello sfogliare le pagine de L’amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini, il volume edito da Rizzoli – da oggi in tutte le librerie – in cui il Santo Padre risponde ai quesiti (a volte anche difficilissimi!) dei piccoli provenienti da tutto il mondo.

Trentuno domande in totale, giunte in forma di lettera da Cina, Russia, Africa, Europa, Equatore. A raccoglierle, con le corrispettive risposte del Pontefice, il gesuita padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, durante “un caldo pomeriggio romano di agosto del 2015” nella Domus Santa Marta, residenza del Papa. Con la collaborazione di Spadaro e la Loyola Press, casa editrice dei gesuiti con sede a Chicago, è nata l’idea del libro, presentata verso maggio a Bergoglio che ha accettato con grande entusiasmo ma anche un leggero ‘timore’. Perché “sono domande difficili queste!”, ha esclamato sorridendo.

Papa lettere bambiniSono interrogativi, infatti, quelli di Ryan, Joao, Karla Marie, Emil, Alessio e tanti altri, che fanno sorridere e al contempo commuovere, e che spesso lasciano senza parole per l’intelligenza con cui sono articolate. Tutte le lettere, sono corredate da una foto dei piccoli autori e da coloratissimi disegni a matita o pennarello che rappresentano, ad esempio, il Pontefice che ‘guida’ la papamobile o che gioca coi bambini, Gesù che combatte contro il diavolo, un paesaggio, una croce, la propria famiglia o il proprio villaggio.

Alcune domande sono piccole curiosità, tipo quella di Prajla, 6 anni, dall’Albania che chiede: “Caro Papa Francesco, quando eri un bambino, ti piaceva ballare?”; oppure Faith, 8 anni, di Singapore, che scrive: “Perché hai bisogno di quel cappello alto?”. E Josephine, 8 anni, Regno Unito: “Qual è il tuo posto preferito per pregare?”. O ancora Natasha del Kenya, 8 anni: “Vorrei sapere di più su Gesù. Come ha camminato sull’acqua?”.

Altre domande rivelano, invece, i dubbi esistenziali o i desideri più intimi di ragazzi e ragazze che stanno per abbandonare l’infanzia per affacciarsi al mondo. Ad esempio quella di Luca, dall’Australia: “Caro Papa Francesco, la mia mamma è nel paradiso. Le cresceranno le ali d’angelo?”. O Yfan, cinese di 13 anni, che dice: “Santità, mio nonno non è cattolico ma non è disposto a fare del male. Lui andrà lo stesso in paradiso quando morirà? Insomma, se qualcuno non fa mai le penitenze, quanto grande deve essere il suo peccato per andare giù all’inferno?”.

Al lui Papa Francesco ricorda che “Gesù ci ama tantissimo e vuole che tutti andiamo in cielo”. “La volontà di Dio è che tutti si salvino… Le apparenze possono ingannare, certo. C’è chi immagina che se uno non va a Messa la domenica andrà certamente all’inferno. E invece Gesù è accanto a noi fino all’ultimo momento della nostra vita per salvarci”.  “Una volta – racconta il Papa – una signora andò da un prete santo, che si chiamava Giovanni Maria Vianney, parroco ad Ars in Francia. Si mise a piangere perché suo marito si era suicidato buttandosi da un ponte. Era disperata perché immaginava che il marito fosse certamente all’inferno. E padre Giovanni Maria, che era un santo, invece le disse: guarda che tra il ponte e il fiume c’è la misericordia di Dio”.

Lettere bambiniParole di consolazione, come quelle indirizzate al piccolo Luca: “Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. È proprio la mamma che tu conosci ma più bella che mai.… Ogni volta che ti vede – soggiunge – tua mamma è contenta se ti comporti bene. Se non ti comporti bene, lei ti vuol bene lo stesso e chiede a Gesù di farti più buono”. 

Francesco risponde, via via, a tono: il tono, cioè, di un padre che si rivolge con serietà ai bambini o di un nonno affettuoso che si ‘scioglie’ davanti a certe richieste e confida ricordi, speranze, preoccupazioni.  Come quando dice a William, 7 anni, degli Usa, che chiede quale miracolo vorrebbe fare: “Io guarirei tutti i bambini. Non sono riuscito a capire ancora perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione… Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu”.

Ancora sui miracoli, il Pontefice replica al quesito del peruviano Joaquin, 9 anni: “Perché non ci sono più miracoli? Ma chi te lo ha detto questo? Non è vero! I miracoli ci sono anche adesso”: “il miracolo della gente che soffre e non perde la fede, per esempio… Anche io – rivela – ne ho sperimentati tanti. No, non sono i miracoli spettacolari. Io non ho mai visto risuscitare un morto, no. Ma ho visto tanti miracoli quotidiani nella mia vita”.

Non manca, in questa speciale corrispondenza, anche un riferimento ai drammi del Medio Oriente, con un elogio ai martiri “che si lasciano uccidere per non rinnegare Gesù” e un’accusa contro tutta quella “gente cattiva che fabbrica armi perché le persone combattano e facciano la guerra”. “C’è gente che ha nel cuore odio”, sottolinea il Papa, e “questo è terribile”.

Non manca, però, il messaggio di speranza: “Questa sofferenza è destinata a terminare, non è per sempre. Noi non siamo prigionieri della sofferenza”, afferma Francesco, perché Gesù –  dice ad Alejandra, 9 anni, del Perù – “è venuto a salvarci e ha sconfitto il diavolo”, Lui “ha sconfitto il male sulla croce”; “la morte di Gesù ha sconfitto la morte. Il diavolo è uno sconfitto: non te lo dimenticare. È come un drago o un dinosauro pericoloso che agita la coda per un po’ anche se è già morto” o “è come un cane legato che abbaia e ringhi, ma se non ti avvicini non può morderti”.

Tra i temi ricorrenti anche quelli inerenti a famiglia, amici, relazioni con gli altri. Alexandra, filippina di 10 anni, si fa portavoce di un interrogativo comune a tanti bambini: “Papa Francesco, sai perché alcuni genitori litigano fra di loro?”. “Tutti noi litighiamo”, scrive Papa Francesco, “anch’io ho litigato. La vita insieme ha sempre problemi… è normale che la gente discuta. E così anche i genitori discutono”. “Ma c’è una ricetta magica per risolvere le discussioni, sai?”, aggiunge, “che i genitori mai finiscano la giornata senza fare la pace. Se uno si porta dentro questo malessere nella notte, si crea una freddezza che poi al mattino è difficile da superare”.

IMG_1066I bambini possono contribuire all’armonia di una famiglia. “Se vuoi aiutare i tuoi genitori – raccomanda il Papa – io ti consiglio soprattutto di non parlare mai male di tuo papà a tua mamma e di tua mamma a tuo papà. Stai vicina a tua mamma e a tuo papà e parla bene di loro. Questo farà bene a tutti”. E a Mansi, dell’India, aggiunge: “Puoi trovare Dio nella tua famiglia volendo bene a tua mamma, tuo papà”, “se vuoi bene ai tuoi familiari allora troverai Dio”. 

Strappano un sorriso, infine, le confidenze del Papa che da piccolo avrebbe voluto fare il “macellaio” e che da giovane amava “ballare le nostre danze tipiche dell’Argentina”, in primis il tango. E nel futuro? Visto che “non sei più tanto giovane e hai già fatto un sacco di cose” – come domandano i due gemelli olandesi Hannes e Lidewij, 9 anni – “che cos’altro vorresti fare nella tua vita per fare il mondo più bello e più giusto?”.

“Mi piacerebbe sorridere sempre – ribatte Papa Bergoglio – sorridere a Dio innanzitutto per ringraziarlo di tutto il bene che fa alla gente… Vorrei fare in modo che non ci siano più ingiustizie o almeno che ce ne siano meno. Mi piacerebbe aiutare i bambini a conoscere Gesù. Mi piacerebbe che non ci fossero più schiavi nel mondo. Ce ne sono ancora tanti. Tanti. Questo mi piacerebbe, ma sono vecchio e mi rimane poco filo nel rocchetto, così… Dio dirà…”.

“L’amore prima del mondo” è stato presentato al Papa da padre Spadaro e alcuni dei piccoli ‘autori’ lo scorso lunedì 22 febbraio, in un incontro privato a Santa Marta. Oggi arriva nelle librerie italiane e dal 1° marzo contemporaneamente in Italia, Spagna, Messico, Polonia, Indonesia, Filippine e India.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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