Lettura
«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». Con questa esclamazione Gesù riporta ciascuno di noi in questa domenica a fare i conti con il nostro comportamento: possiamo aver depositato molte buone azioni e poi ritrovarci “al verde” per non essere stati capaci di porre la sequela di Gesù come scelta radicale di vita. Oggi Gesù guarda in faccia anche noi e, alla disperazione che nasce dall’amara consapevolezza della nostra infedeltà alla sua parola, sostituisce la luminosa speranza della potenza di Dio, che tutto può in colui che consegna la propria vita all’unico Signore della vita.
Meditazione
Anche noi chiamiamo Gesù “Maestro buono”, perché Lui è l’unico nostro bene. Tutti, però, necessitiamo di una purificazione interiore per comprendere cosa intendiamo per bontà. Ecco perché subito Gesù rimanda il suo interlocutore a Colui che lo ha inviato e del quale Cristo è l’unico mediatore di bontà. Il desiderio della vita eterna è insito nel cuore dell’uomo ma l’uomo pensa che l’eternità sia “acquistabile” con le opere buone. Non che queste non abbiano valore, ma Gesù vuole anzitutto che ci educhiamo al passaggio dal fare all’essere, dal gestire il bene al lasciarsi gestire da Colui che solo è buono. “Fissatolo, lo amò”: lo sguardo fisso, l’interesse incondizionato di Gesù per tutto ciò che quel tale aveva vissuto non riescono purtroppo a raggiungerlo e convincerlo. L’uomo sarà sempre chiamato a scegliere e decidersi per Cristo, a dare un orientamento determinato alla sua vita. Ma il Signore Gesù vuole che, quando si decide di chiudere una porta per aprirne un’altra, lo si faccia per la gioia di essere amati e non con l’amaro in bocca per ciò a cui si rinuncia. Il nostro volto, fissato dall’Amore in persona, può correre dunque il rischio di farsi scuro e muovere passi di tristezza, invece di lasciarsi trasfigurare dagli occhi del Maestro e lasciar ardere il cuore dalla sua Parola. La corsa iniziale può tramutarsi in un lento cammino verso il tramonto per l’incapacità di cogliere le novità che Gesù ci dona. Lasciamoci guardare, amare e invitare dal Signore Gesù con le stesse parole dell’angelo Gabriele alla vergine Maria: nulla è impossibile a Dio! E, come Lei, abbandoniamoci a Colui che ci donerà cento volte tanto.
Preghiera
Sono io, Maestro buono, quel tale che tu guardi negli occhi con intensità di amore. Tu ogni giorno mi vieni incontro sulla strada per fissarmi negli occhi, per darmi un’altra possibilità di risponderti e di entrare nella tua gioia. Donami l’umile certezza di credere che la tua mano mi sorreggerà e mi guiderà là, dove tu mi attendi per donarmi null’altro che te stesso, unico sommo Bene.
Agire
Deciderò di compiere un gesto di bontà in spirito di totale gratuità, ringraziando il Signore per il centuplo che mi dona quotidianamente.
Meditazione del giorno a cura di mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it