Cardinale Scherer: la fede in Dio va al di là delle idee generiche

Da un “penso” passiamo a un “credo”

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SAN PAOLO, venerdì, 12 giugno 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Odilo Scherer, Arcivescovo di San Paolo (Brasile), dichiara che la fede dei cristiani in Dio “va ben al di là di alcune idee generiche”.

Il porporato afferma in un articolo divulgato dalla rivista arcidiocesana “O São Paulo” che “non basta avere un’idea generica di Dio, né restare a un semplice ‘penso’”.

“I cristiani sono invitati a porsi davanti al Santo Mistero così come Questo si è manifestato al mondo”, osserva l’Arcivescovo.

“Senza dubbio, tutti possono ‘pensare’ qualcosa su Dio, ma i cristiani hanno un modo molto proprio di parlare di Dio, trasmesso dalla Chiesa, come essa stessa ha imparato da Gesù e dagli apostoli”.

“Da un ‘penso’ passiamo a un ‘credo’, e non lo facciamo solo in modo individuale, ma insieme all’intera comunità di fede, quella che vive ora e quella che ci ha preceduti nella stessa professione di fede”.

Secondo il Cardinale, “come noi crediamo in Dio, così ci hanno creduto gli apostoli, i grandi maestri e dottori della trasmissione della fede, i santi e i martiri, i grandi mistici e predicatori, i missionari e i pastori della Chiesa. Crediamo con il nostro parroco, il nostro Vescovo e con il Papa. Non siamo soli, ma in buona compagnia”.

Monsignor Scherer sottolinea che “il Mistero del nostro Dio è da noi conosciuto come Padre, Figlio e Spirito Santo; è la Santissima Trinità, un unico Dio ma in tre persone diverse; la stessa natura e dignità divine, ma con azioni differenti, realizzate nella creazione e nell’opera di salvezza”.

Nella celebrazione della Santissima Trinità, ha aggiunto, la liturgia della Chiesa condensa in alcune “magnifiche espressioni” la sua fede in Dio.

“Il nostro Dio si è manifestato, non è rimasto irraggiungibile all’uomo; ha agito e agisce, in molti modi, non è un Dio ‘immobile’ e inoperante; è un Dio che va in soccorso dell’uomo e non resta indifferente di fronte alle sue sofferenze e alle sue angosce”.

“Non è nemmeno un Dio meccanico, quasi come una macchina che agisce automaticamente, ma ha cuore e anima, è vivo e fa vivere, comunicando dinamismo e vita alle sue creature; è un Dio presente e manifesta le sue vie e il suo disegno all’uomo, non abbandonando la creatura alla propria sorte”.

Monsignor Scherer ha ricordato che San Paolo apporta altri “elementi preziosi” per la comprensione cristiana di Dio. “La Santa Trinità ci avvolge di affetto e ci fa vivere relazioni familiari con Dio”.

Cristo è venuto al mondo per essere “fratello di ogni essere umano, per fare di noi figli e figlie di Dio. ‘Figli nel Figlio’, dirà ancora San Paolo. E riceviamo lo Spirito Santo per avere da ora la capacità di vivere come figli di Dio; possiamo così chiamare Dio ‘abbà’, Padre”.

Allo stesso modo, ha concluso, siamo anche “destinati a essere eredi di Dio, coeredi con Cristo, ‘nella casa del Padre’. La nostra fede in Dio, quindi, va ben al di là di alcune idee generiche. E’ bella e coinvolgente”.

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ZENIT Staff

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