Father Raniero Cantalamessa during the World Day of Prayer for the care of creation

CTV

Cantalamessa: “Lasciamoci scrutare dalla Parola di Dio”

Nella seconda predica di Quaresima, il Predicatore della Casa Pontificia mette in guardia da due rischi complementari: leggere la Scrittura in modo impersonale o letterale

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Proseguendo la sua riflessione sui principali documenti del Concilio Vaticano II, nella sua seconda predica di Quaresima, padre Raniero Cantalamessa si è soffermato sulla Dei Verbum, l’unica costituzione conciliare, assieme alla Lumen Gentium ad avere la qualifica di “dogmatica”.
Come spiegato dal Predicatore della Casa Pontificia, “il Dio biblico è un Dio che parla, pur non avendo “bocca” e “fiato” umani: “la sua bocca è il profeta, il suo fiato lo Spirito Santo”, sebbene, in certi casi, “come nel battesimo e nella trasfigurazione di Gesù”, la sua voce sia “risuonata miracolosamente anche all’esterno”. “Nessuna voce umana raggiunge l’uomo alla profondità in cui lo raggiunge la parola di Dio”, prosegue Cantalamessa.
Quando però la parola di Dio “si è fatta carne” (Gv1,14), con la “venuta di Cristo”, Dio inizia a parlare “anche con voce umana, udibile con gli orecchi anche del corpo”.
Il Verbo è stato “veduto e udito”, al punto che Sant’Agostino definisce il Sacramento “una parola che si vede”. Noi, ha chiosato Cantalamessa, possiamo definire la parola “un sacramento che si ode”.
La Parola di Dio, proprio per il suo essere tangibile ed udibile, irrompe nella vita degli uomini, come testimonia anche l’aneddoto riferito dal Predicatore della Casa Pontificia che, in occasione di un programma televisivo cui era stato invitato, aveva incontrato “un alcolizzato all’ultimo stadio”, che “non resisteva più di due ore senza bere”; costui aveva portato la sua famiglia “sull’orlo della disperazione”.
Ad un incontro sulla Parola di Dio, il poveruomo fu invitato a leggere un brano della Scrittura. “Una frase lo attraversò come una fiammata di fuoco e gli diede la certezza di essere guarito – ha raccontato Cantalamessa -. In seguito ogni volta che era tentato di bere, correva a riaprire la Bibbia in quel punto e solo al rileggere le parole sentiva la forza ritornare in lui, finché ora era del tutto guarito”.
Anche Sant’Agostino, ancora tentato contro la castità, un giorno sentì una voce che gli gridava: “Tolle, lege”. E lui afferrò e lesse il libro con le lettere di San Paolo, trovando proprio la risposta al suo tormento: “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie…” (Rm 13,13 ss).
La lectio divina ci propone quindi tre tappe: “accogliere la parola, meditare la parola, mettere in pratica la parola”.
Il primo passaggio comporta due pericoli: il primo, diffuso in modo particolare nei “luoghi di formazione accademica”, è quello di “fermarsi al primo stadio e di trasformare la lettura personale della parola di Dio in una lettura impersonale”. Citando Kirkegaard, Cantalamessa ha ricordato: “La parola di Dio è stata data perché tu la metta in pratica e non perché tu ti eserciti nell’esegesi delle sue oscurità”.
L’altro pericolo è il “fondamentalismo”, ovvero assorbire alla lettera quanto scritto nella Bibbia, “senza alcuna mediazione ermeneutica”. Secondo il Predicatore della Casa Pontificia, solo apparentemente l’“ipercriticismo” e il “fondamentalismo” sono “opposti”, poiché entrambi “hanno in comune il fatto di fermarsi alla lettera, trascurando lo Spirito”.
La parabola del seminatore (Lc 8,5-15), da parte sua, ci ricorda i tre terreni in cui può posarsi la Parola di Dio: “la strada quelli sui quali le parole di  Dio non fanno in tempo neppure a posarsi; il terreno pietroso, i superficiali e gli incostanti che ascoltano magari con gioia, ma non danno alla parola la possibilità di mettere radici; il terreno pieno di rovi, quelli che si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni e dai piaceri della vita; il terreno buono quelli che ascoltano e portano frutto con perseveranza”.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, “il terreno buono sono quelli che, senza sforzo, si riconoscono in ognuna delle tre categorie precedenti” e che “umilmente riconoscono quante volte hanno ascoltato distrattamente, quante volte sono stati incostanti nei propositi suscitati in loro dall’ascolto di una parola del Vangelo, quante volte si sono lasciati sopraffare dall’attivismo e dalle preoccupazioni materiali”.
Il secondo passaggio implica “fissare lo sguardo” sulla parola, tuttavia, più che “scrutare la Scrittura” (cfr Gv 5, 39)”, è importante “lasciarsi scrutare dalla Scrittura”.
“Nello specchio della Parola, per fortuna, non vediamo soltanto noi stessi e la nostra deformità; vediamo prima di tutto il volto di Dio; meglio, vediamo il cuore di Dio”, ha affermato Cantalamessa, suggerendo di cogliere l’occasione dell’Anno Giubilare per “rileggere tutta la Scrittura da questa angolatura, come la storia delle misericordie di Dio”.
Il terzo e ultimo passaggio comporta il “mettere in pratica la Parola”, obbedendo così a Dio. “L’obbedienza alla parola di Dio è l’obbedienza che possiamo fare sempre. Di obbedienze a ordini e autorità visibili, capita di farne solo ogni tanto, tre o quattro volte in tutto nella vita, se si tratta di obbedienze serie; ma di obbedienze alla parola di Dio ce ne può essere una ogni momento”.
Per adempiere a questa obbedienza, è opportuno “mettere in questo mulino, fin dal primo mattino, il buon grano della parola di Dio, altrimenti, viene il demonio e vi mette la sua zizzania e per tutto il giorno la mente non farà che macinare zizzania”, ha sottolineato Cantalamessa, concludendo con l’esortazione a mettere oggi nel “mulino della nostra mente”, il motto dell’anno giubilare: “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro celeste”.
 
 
 
 
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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