Flag of Turkey

Flag of Turkey - Pixabay (joannaoman)

Turchia. Due attentati in poche ore, il Governo accusa i curdi

Dopo la strage di militari ad Ankara, altre vittime in una zona a sud-est del Paese a seguito di un’esplosione. Accusato il Pkk, il Governo ha effettuato alcuni arresti e bombardamenti alle basi dei ribelli curdi

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Le strade della Turchia tornano a sporcarsi di sangue. Dopo l’attentato nel centro di Ankara contro diversi pullman dell’esercito, un ordigno rudimentale è esploso al passaggio di un altro convoglio militare in una zona del Paese, nel sud-est, dove la maggioranza della popolazione è curda. Le autorità hanno subito accusato il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, per questa strage che è costata la vita a 6 soldati.
La reazione non si è fatta attendere. Arresti e raid aerei turchi sono seguiti ai due attentati. Un’operazione di polizia ha messo le manette ai polsi a 9 persone per l’attentato di Ankara, che ha provocato 28 vittime, nei pressi del quartier generale delle forze armate. L’autore materiale della strage, stando a quanto riferito dal premier turco Ahmet Davutoglu, è Salih Necar, un cittadino siriano d’origine curda, che avrebbe agito insieme alle milizie armate operanti oltre-confine.
L’aviazione turca intanto ha condotto una serie di bombardamenti contro il Pkk. Bersaglio sono stati una sessantina di combattenti dell’organizzazione ribelle, tra cui alcuni ufficiali, nella zona di Haftanin, vicino al confine con la Siria, una delle più importanti basi del Pkk sulle montagne nel nord dell’Iraq.

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ZENIT Staff

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