“A lasciare Baghdad si rischia la guerra civile”, afferma il cardinal Martino

ROMA, martedì 20 aprile 2004 (ZENIT.org).- In merito alla situazione in Iraq, in una intervista pubblicata dal quotidiano il “Corriere della Sera” (20.04.2004) il Cardinale Renato Raffaele Martino ha detto che “in questo momento è imprudente lasciare il Campo” perchè ciò “significa abbandonare l’Iraq alla guerra civile”.

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Il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha spiegato che si potrebbe uscire dal pantano iracheno “solo con uno sforzo corale di concertazione internazionale”. “Nè chi fu contrario alla guerra, Francia, Germania, Russia e Cina, nè i Paesi arabi hanno interesse in un esito catastrofico della situazione”, ha aggiunto il porporato.

In merito alla decisione del Governo spagnolo di ritirare immediatamente il suo contingente, il porporato ha precisato che “è comprensibilissimo che il nuovo governo voglia tener fede all’impegno” preso con l’elettorato, ma non “si può immaginare che oggi uno si ritira dall’Iraq e vi torna domani sotto la bandiera dell’ONU”.

Inoltre, ha affermato Martino riferendosi alle Nazioni Unite, in questo modo “si viene a fare fretta, dove invece si dovrebbe trovare il modo di dare tempo!”. “La fretta della politica non deve danneggiare la concertazione per il meglio, che là si svolge”, ha commentato il cardinale.

Il cardinal Martino, osservatore permanente presso la sede dell’ONU a New York per 16 anni, si è detto, infine, fiducioso nelle possibilità di una soluzione multilaterale e nel ruolo delle Nazioni Unite.

Intanto, su un altro fronte internazionale, il presidente della Repubblica dell’Honduras Ricardo Maduro ha annunciato ieri, secondo quanto riportato dal quotidiano “El Tiempo” (20.04.2004), che le truppe del suo paese, costituite da 368 soldati impegnati a Najaf sotto il comando spagnolo e polacco, lasceranno il paese “nel minor tempo possibile” e in condizioni di massima sicurezza.

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ZENIT Staff

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