NUOVA DELHI, giovedì, 4 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Con il motto “Cercare giustizia, salvare gli oppressi”, la Conferenza Episcopale Indiana, insieme al Consiglio Nazionale delle Chiese in India (NCCI), ha dichiarato il 7 dicembre “Domenica per la Liberazione dei Dalit”, al fine di sensibilizzare sui diritti di quelli che un tempo, nell’antico sistema di caste indù, erano gli “intoccabili”.
Anche se il sistema delle caste è stato abolito ufficialmente anni fa, in India i dalit continuano a essere fortemente emarginati e perseguitati, aggiungendosi a questo il fatto che molti di loro hanno abbracciato la fede cristiana o islamica.
La giornata è stata convocata in seguito alle brutali violenze commesse in Orissa e in altri Stati dell’India, considerando che gran parte delle vittime era rappresentata da dalit cristiani.
Secondo i dati della Conferenza Episcopale, almeno 57 morti erano dalit, così come decine di migliaia di rifugiati che hanno visto distrutte le loro proprietà. “I dalit cristiani in Orissa sono ‘demonizzati’ dalle autorità comunali”, denunciano.
La “Domenica per la Liberazione dei Dalit” prevede una giornata di preghiera in tutte le Chiese dell’India. E’ stato scelto il 7 dicembre, spiegano i Vescovi, per la sua vicinanza all’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il 10 dicembre.
L’obiettivo della Giornata è da un lato quello di sensibilizzare la comunità cristiana di fronte all’emarginazione dei dalit, dall’altro quello di chiedere al Governo indiano un’azione più decisa per garantire il rispetto dei diritti umani.
La violenza continua
Nonostante gli sforzi del Governo, continuano gli atti di violenza contro i cristiani. Secondo quanto ha denunciato “AsiaNews”, due donne sono state assassinate nel distretto di Kandhamal dopo essere tornate nei loro villaggi per raccogliere riso nei propri campi per nutrire la famiglia.
In un altro villaggio, nella notte tra il 25 e il 26 novembre sono state bruciate due case di cristiani e una di un indù accusato di difenderli. Pochi giorni prima il villaggio era stato lo scenario di una celebrazione di pace convocata dalle autorità per dimostrare ai cristiani che potevano tornare perché la violenza era cessata.
Monsignor Rafael Cheenath, Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, una delle Diocesi più colpite dalla violenza, ha denunciato che la persecuzione non si è fermata e che anzi per Natale “i nostri persecutori hanno già annunciato nuove iniziative contro di noi”.
Per il presule è evidente che la violenza “è scatenata da gruppi indù legati a poteri politici ed economici, che vedono nell’impegno dei cristiani per la giustizia e l’uguaglianza un pericolo per la loro supremazia”.
Biglietti natalizi
La persecuzione contro i cristiani dell’Orissa è proprio il tema scelto dall’Arcivescovo di Nuova Delhi, monsignor Vincent Concessao, per illustrare dei biglietti natalizi speciali che l’Arcidiocesi distribuirà nelle prossime festività, rende noto il servizio stampa della Conferenza Episcopale.
I biglietti riportano il messaggio “Pace agli uomini di buona volontà” e fotografie di cristiani e altre vittime della violenza in Orissa e Karnataka, insieme alla tradizionale immagine di Giuseppe, Maria e il Bambino sulla destra.
Verranno inviati ai funzionari pubblici, ai leader politici, ai membri della società civile e ai leader cristiani in sostegno ai cristiani perseguitati, che i gruppi indù hanno minacciato con nuovi atti di violenza per il 25 dicembre.
I Vescovi indiani hanno invitato tutti i cristiani a celebrare quest’anno delle feste “austere” come segno di comunione e solidarietà con le vittime, sia della violenza anticristiana che degli attacchi terroristici a Mumbai.