CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 25 dicembre 2008 (ZENIT.org).- La crisi alimentare e soprattutto quella economica sono state le maggiori sfide che la Caritas ha dovuto affrontare nel 2008, afferma il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e presidente di Caritas Internationalis, nel suo Messaggio per il Natale di quest’ano.
Nel 2008, ricorda, la Caritas “ha affrontato nuove sfide nella sua opera di aiuto umanitario, costruzione della pace e sviluppo”.
Una delle emergenze principali è stata la crisi alimentare mondiale, che “ha aumentato di 100 milioni il numero delle persone affamate e ha fatto sì che per la Caritas fosse più complicato distribuire gli aiuti”.
Il problema della fame, osserva il Cardinale, si è acutizzato soprattutto a Haiti, in Etiopia, nel Darfur (Sudan) e nello Zimbabwe.
Un altro evento grave e il cui impatto “durerà vari anni” è la crisi finanziaria.
“Un mondo costruito sulla base della globalizzazione dell’avidità e della paura, anziché sulla globalizzazione della solidarietà, non sarebbe mai stato sostenibile o auspicabile”, rileva. “La nostra paura è che i più poveri, quelli che hanno beneficiato in minor misura dei decenni di crescita economica disuguale, sono quelli che pagheranno il prezzo più alto per questa follia”.
In questa situazione, il presidente della Caritas spera in un aumento degli aiuti da parte di Governi e istituzioni, visto anche che l’Obiettivo del Millennio di dimezzare la povertà entro il 2015 verrà difficilmente raggiunto se il finanziamento dei Paesi ricchi continuerà ad essere al di sotto di quanto promesso.
“La continua diminuzione del flusso degli aiuti avrà un effetto disastroso sui progressi compiuti nei Paesi in via di sviluppo per migliorare l’accesso all’assistenza medica, all’istruzione e all’acqua potabile”, denuncia.
“Questo non è il momento per tagliare gli aiuti, ma per aumentarli e lavorare a favore dei poveri, soprattutto visto che affrontiamo la sfida senza precedenti della povertà climatica – constata –. I Paesi ricchi devono pagare il prezzo delle condizioni climatiche estreme provocate dai cambiamenti climatici derivanti dalle loro attività”.
“La giustizia ambientale è l’unica soluzione a lungo termine”, dichiara il porporato. “Il 2009 sarà un anno cruciale visto che si svolgeranno una riunione fondamentale del G8 in Italia, che deve mettere lo sviluppo al primo posto dell’agenda, e un vertice sul clima a Copenhagen”.
Una delle priorità chiave della Caritas per il 2009 sarà anche la costruzione della pace. “Nel 2008, la violenza etnica e politica ha devastato Kenya, Congo, Georgia e Sri Lanka – spiega –. Il progresso in Afghanistan e in Terra Santa si è bloccato. Come difensore della pace a livello nazionale e internazionale, la Caritas raddoppierà i suoi sforzi”.
Ricordando che 40 anni fa Papa Paolo VI ha detto profeticamente che “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”, il Cardinale afferma che “si continua ad attendere il vero sviluppo”.
“Ciò che ci manca è l’immaginazione – conclude il Messaggio –. Non dobbiamo immaginare un ‘Primo Mondo’ o un ‘Terzo Mondo’, ma ‘Un Mondo’ in cui i doveri nei confronti dei poveri siano condivisi”.