Le staminali embrionali? Nocive come i subprime

Parla il direttore della Spinal Repair Unit presso lo University College di Londra

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ROMA, giovedì, 2 aprile 2009 (ZENIT.org).- Le staminali embrionali sono tossiche e tutte le aspettative, che i media stanno riponendo nel loro uso, screditeranno presto la ricerca. A sostenerlo è il prof. Geoffrey Raisman, direttore della Spinal Repair Unit presso lo University College di Londra.

Secondo il prof. Raisman, che dirige un gruppo di ricerca il cui lavoro potrebbe un giorno condurre alla terapia del midollo spinale danneggiato, conviene fare ricerche sulle cellule staminali adulte.

Il professore britannico ha spiegato il suo punto di vista in una intervista pubblicata da “ilsussidiario.net (cfr. http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=15311).

Nell’intervista Raisman ha precisato che “le cellule staminali embrionali hanno la proprietà di dividersi all’infinito e di poter diventare un qualsiasi tessuto del corpo. Dal punto di vista del trapianto di cellule embrionali, questi non sono interamente dei vantaggi, perché una divisione non controllata porterebbe a un tessuto invasivo, non adeguatamente integrato con il corpo”.

“Ciò che è necessario per la riparazione dei tessuti sono cellule già differenziate nel tipo di tessuto che si deve riparare – ha aggiunto –. Le cellule staminali embrionali, come esito di una donazione, sarebbero estranee a chi le riceve e perciò sotto attacco immunitario”.

Con le cellule staminali adulte, ha aggiunto il professore britannico, “il confronto con il ricevente è effettuato in uno stato di maturità delle cellule, che sono già predisposte a costituire i tessuti richiesti e non sono incompatibili dal punto di vista immunologico”.

Nel corso di una discussione sul tema svoltasi alla Camera dei Lord, il direttore della Spinal Repair Unit ha paragonato la spinta al finanziamento degli esperimenti con cellule embrionali alla speculazione condotta negli Stati Uniti sui mutui subprime.

Il prof Raismann ha voluto precisare che “i finanziamenti pubblici sembrano rispondere solo a queste aspettative del pubblico e, ancor di più, a quelle dell’industria che vedono nelle cellule staminali embrionali un’inesauribile sorgente di ricchezza”.

“Perciò – ha continuato –, malgrado gli svantaggi e la lontananza nel tempo dell’uso delle cellule embrionali e, per converso, i vantaggi dell’utilizzo di cellule staminali adulte, la ricerca su quest’ultime non è ritenuta altrettanto meritevole di finanziamento”.

A riprova della bontà delle ricerche che utilizzano staminali adulte il professore britannico ha ricordato che è “il trattamento di maggior successo esistente ed è stato attuato in tutto il mondo da più di mezzo secolo”: “si chiama trasfusione di sangue”.

Inoltre, ha continuato, “i trapianti di pelle adulta (innesti sullo stesso paziente) funzionano perché sono derivati da staminali adulte destinate a diventare pelle, si integrano bene nella zona ospite, la loro divisione è controllata in modo chiaro e non presentano alcun problema di rigetto”.

Circa i lavori di ricerca il prof. Riasmann ha spiegato che “le cellule pluripotenti indotte non sono adatte per i trapianti” anche se “forniscono un eccellente sistema per lo studio nelle culture di tessuti dei processi delle malattie, specialmente quelle genetiche”.

Molto promettenti, invece, sono le ricerche sull’autotrapianto di cellule adulte olfattive per riparare lesioni al midollo spinale. 

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ZENIT Staff

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