Il Papa ai giovani: il senso della croce è la rinuncia di sé

Benedetto XVI benedice la Croce della GMG che viaggerà fino a Madrid

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 5 aprile 2009 (ZENIT.org).- La verità esigente del cristianesimo è che quanto più si compiono gesti di rinuncia per amore di Dio, “tanto più grande e ricca diventa la vita”. E’ quanto ha detto Benedetto XVI durante la Messa solenne della Domenica delle Palme in una piazza San Pietro gremita di fedeli.

Tanti erano infatti i giovani, riversatisi nel colonnato di Bernini con striscioni e ramoscelli di ulivi, che oggi hanno voluto prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), celebrata a livello diocesano nella domenica che segna l’inizio della Settimana Santa.

Richiamando il brano evangelico odierno sull’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme, il Papa ha ricordato ai giovani che “il vero scopo del pellegrinaggio deve essere quello di incontrare Dio; di adorarlo e così mettere nell’ordine giusto la relazione di fondo della nostra vita”.

Il Regno instaurato da Cristo, ha continuato il Papa, “passa attraverso la croce”, ed è “universale”; non si fonda sulla “regalità di un potere politico, ma si basa unicamente sulla libera adesione dell’amore”.

“L’universalità – ha spiegato – è sempre un superamento di se stessi, rinuncia a qualcosa di personale. L’universalità e la croce vanno insieme. Solo così si crea la pace”.

E tuttavia, ha continuato, questi resterebbero solo principi spirituali se nella vita noi uomini non fossimo in grado di “osare il grande sì” a Dio, e cioè di “metterci a disposizione, quando in fondo vorremmo aggrapparci al nostro io”.

“Ad una vita retta appartiene anche il sacrificio, la rinuncia – ha infatti osservato il Papa – . Chi promette una vita senza questo sempre nuovo dono di sé, inganna la gente. Non esiste una vita riuscita senza sacrificio”.

“Se getto uno sguardo retrospettivo sulla mia vita personale – ha proseguito –, devo dire che proprio i momenti in cui ho detto ‘sì’ ad una rinuncia sono stati i momenti grandi ed importanti della mia vita”.

Anche Gesù ha saputo offrire a Dio il suo “sì” assoluto, superando il “terrore della passione” che lo attendeva.

“Anche noi possiamo lamentarci davanti al Signore come Giobbe – ha aggiunto ,– presentargli tutte le nostre domande che, di fronte all’ingiustizia nel mondo e alla difficoltà del nostro stesso io, emergono in noi”.

“Davanti a Lui non dobbiamo rifugiarci in pie frasi, in un mondo fittizio – ha affermato il Papa –. Pregare significa sempre anche lottare con Dio, e come Giacobbe possiamo dirGli: ‘Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!’”.

Questo, ha sottolineato Benedetto XVI, ci insegna che la volontà di Dio “è sempre più importante e più vera” della nostra e che “la sua volontà è la verità e l’amore”.

Rivolgendosi direttamente ai giovani, il Papa ha poi affermato che “quanto più per amore della grande verità e del grande amore – per amore della verità e dell’amore di Dio – possiamo fare anche qualche rinuncia, tanto più grande e più ricca diventa la vita”.

“Chi vuole riservare la sua vita per se stesso, la perde. Chi dona la sua vita – quotidianamente nei piccoli gesti, che fanno parte della grande decisione – questi la trova”.

“È questa la verità esigente, ma anche profondamente bella e liberatrice, nella quale vogliamo passo passo entrare durante il cammino della Croce attraverso i continenti”, ha concluso.

Al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha salutato in 7 lingue diverse i fedeli presenti in piazza San Pietro oltre a rivolgere un pensiero speciale alle delegazioni di ragazzi provenienti con i loro Vescovi da Australia e Spagna per la consegna della Croce e dell’icona della GMG, che viaggeranno fino al prossimo raduno dei giovani in programma a Madrid dal 15 al 21 agosto del 2011 sul tema: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede (cfr Col 2,7)”.

“Questo ‘passaggio di testimone’ – ha detto il Papa – assume un valore altamente simbolico, con cui esprimiamo immensa gratitudine a Dio per i doni ricevuti nel grande incontro di Sydney e per quelli che vorrà concederci in quello di Madrid”.

“Domani la Croce, accompagnata dall’Icona della Vergine Maria, partirà per la capitale spagnola, e là sarà presente alla grande processione del Venerdì Santo”, ha detto.

“In seguito inizierà un lungo pellegrinaggio che, attraverso le Diocesi della Spagna, la riporterà a Madrid nell’estate 2011. Possano questa Croce e questa Icona di Maria essere per tutti segno dell’amore invincibile di Cristo e della sua e nostra Madre!”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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