Il sacerdote e il mondo digitale: echi del messaggio di Benedetto XVI

Un sacerdote e “blogger” commenta il testo papale sulle Comunicazioni Sociali

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di Carmen Elena Villa

LIMA, mercoledì, 3 marzo 2010 (ZENIT.org).- Padre Manuel Tamayo, sacerdote ed evangelizzatore attraverso il web, ricorda sempre che San Josemaría Escrivá parlava costantemente della necessità della Chiesa e del mondo di giornalisti cattolici.

Il fondatore dell’Opus Dei esortava sempre i giovani cristiani che avevano scoperto un talento per il giornalismo a portare avanti questa carriera per diffondere in tutti i mezzi di comunicazione la dottrina cristiana.

Per questo, il sacerdote peruviano considera che il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2010, pubblicato il 25 gennaio scorso e intitolato “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”, è in perfetta sintonia con l’invito che rivolgeva il Santo Escrivá de Balaguer.

“La Chiesa non può rimanere indietro e deve utilizzare questi mezzi per arrivare alla gente. Da ciò deriva la preoccupazione del Santo Padre nell’animare i sacerdoti”, ha detto padre Tamayo in un testo inviato a ZENIT dall’Ufficio Comunicazioni dell’Arcidiocesi di Lima.

Il Pontefice afferma nel suo Messaggio che il sacerdote “viene a trovarsi come all’inizio di una storia nuova”, ed è quindi sempre più chiamato ad occuparsi di questo nuovo aeropago dell’informazione, “moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola”.

Padre Tamayo è sempre stato un appassionato dei mezzi di comunicazione. I doni che riceveva da bambino erano in genere una macchina fotografica o un videoregistratore. “Mi piaceva anche scrivere articoli sul bollettino della mia scuola”, ricorda.

Ha studiato Lettere, Filosofia e Teologia e ha scritto in vari mezzi di comunicazione del suo Paese. Il sacerdote ricorda che quando Giovanni Paolo II ha visitato il Perù “abbiamo fatto vari programmi televisivi preparando la sua visita, e poi sono stato impegnato per qualche anno con un programma dal titolo ‘Consiglio spirituale’”.

La Parola in rete

Padre Tamayo spiega perché ha visto la necessità di evangelizzare nel mondo digitale: “Mi preoccupa molto la mancanza di formazione cristiana che c’è nella maggior parte delle reti sociali e constatare che la società diventa sempre più pagana e materialista”.

“Qualche giorno fa consultavo delle statistiche che affermavano che un adolescente parla con suo padre una media di un’ora al mese, mentre sta davanti al computer 3-4 ore al giorno. Negli ultimi anni, in questo XXI secolo ho verificato una decadenza dei programmi e dei valori, e vedo la necessità di un recupero urgente”, ha commentato.

Per questo, da tre anni ha due blog: uno con temi educativi, un altro in cui commenta film con valori.

Gli piace anche evangelizzare attraverso Facebook, dove ha diffuso i suoi blog e ha potuto conoscere di più le abitudini dei giovani e i loro temi di conversazione.

“Si nota una certa povertà di argomenti e un disinteresse quasi globale per i temi trascendenti, ma stando lì – tra loro – ho l’opportunità di essere ascoltato e letto, anche se qualche volta sono stato etichettato e ho subito qualche scherzo un po’ irriverente”.

Amante del cinema, il sacerdote organizza spesso cineforum educativi. “Non è un’attività per vedere film, ma per conversare su temi rilevanti e di attualità. Sono convinto che il cinema sia un mezzo importante per l’educazione e la formazione delle persone, e raccomando alle scuole di non trascurare questa attività nei loro programmi”.

Padre Manuel avverte tuttavia dei rischi che può avere un uso inadeguato dei nuovi media, sottolineando che “bisogna fare attenzione a non perdere tempo davanti al computer”. Per evitare questo, il sacerdote segnala una chiave: la disciplina: “Elaboro mentalmente gli articoli dei blog in vari momenti della giornata”, ha detto. “So già quello che scriverò e annoto le idee in un quaderno”.

“Gli articoli che elaboro mi aiutano molto per le mie omelie sacerdotali e per consigliare la gente”, testimonia. “Cerco di far sì che tutto sia unito. Quando scrivo prego, e nel momento della preghiera chiedo che gli scritti possano arrivare a molte persone”.

Padre Tamayo è soddisfatto dei frutti del suo lavoro: “Sono molto contento quando una persona mi dice che qualcuno si è convertito o che una persona ha trovato un po’ più di chiarezza per risolvere un problema”, dice. Per questo, raccomanda sempre ai sacerdoti di “farsi spazio nel mondo delle comunicazioni con una merce sana e pulita che è la dottrina cristiana”.

Padre Manuel Tamayo può essere seguito sul blog www.adeamus.blogspot.com.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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