di Robert Moynihan*
WASHINGTON, D.C., mercoledì, 3 marzo 2010 (ZENIT.org).- Da quando il Venerdì Santo Gesù, parlando dalla croce sulla quale stava per morire, disse all’apostolo Giovanni “Ecco tua madre”, il ruolo materno di Maria è stato un elemento fondamentale della fede e della devozione cristiane.
Le rappresentazioni del dolore di Maria in opere d’arte come la Pietà di Michelangelo hanno suggerito una profonda verità emozionale: quando un credente si confronta con un grande dolore o una sofferenza intensa può rivolgersi a Maria, nostra madre spirituale, per ricevere consolazione, perché lei ha sperimentato questa grande sofferenza.
Le grandi apparizioni mariane, soprattutto a Lourdes nel 1858 e a Fatima nel 1917, suggeriscono agli attenti osservatori della vita mistica che Maria continua a rimanere accanto ai “piccoli”, ai bambini, a incoraggiarli e a condividere con loro un messaggio di conforto ed esortazione materna.
Nel corso dei secoli, la riflessione teologica della Chiesa è arrivata a dare titoli speciali e particolari a Maria, per spiegare meglio chi è e perché merita la nostra devozione filiale.
Finora la Chiesa ha proclamato quattro dogmi sulla Madre di Gesù: (1) il suo ruolo materno nella nascita di cristo, il Figlio di Dio, che la rende davvero Madre di Dio (“Theotokos”, Concilio di Efeso, 431); (2) la sua Perpetua Verginità (Concilio Lateranense I, 649); (3) la sua Immacolata Concezione (Pio IX, proclamazione “ex cathedra”, 1854); (4) la sua Assunzione in cielo (Pio XII, proclamazione “ex cathedra”, 1950).
Da ormai quasi un secolo, c’è un movimento piccolo ma in crescita all’interno della Chiesa che sostiene la proclamazione di un quinto dogma mariano sul ruolo della Beata Vergine come Madre Spirituale di Tutta l’Umanità.
Il 25 marzo, il Forum vaticano della rivista “Inside the Vatican” e il St. Thomas More College, in un incontro vicino a Piazza San Pietro, inviteranno un gruppo internazionale di Vescovi e teologi per discutere sull’ipotesi che sia il momento giusto per pronunciare una quinta definizione solenne o “dogma” sulla Vergine Maria.
Un secolo di storia
Il movimento che chiede un quinto dogma mariano sul ruolo della Vergine Maria nella nostra salvezza ha ormai 90 anni. Il leader ecumenico cattolico belga Cardinale Désiré-Joseph Mercier l’ha avviato negli anni Venti del XX secolo, con il sostegno di padre Massimiliano Kolbe.
Da allora, più di 800 Cardinali e Vescovi hanno chiesto a vari Papi una definizione infallibile sullo speciale ruolo materno di Maria nella salvezza dell’umanità. Oltre a questo, i promotori di questa devozione hanno raccolto più di 7 milioni di richieste da parte di fedeli di tutto il mondo.
I Papi che hanno promulgato i due dogmi mariani moderni, il Beato Pio IX (1846-1878) e Pio XII (1939-1958), hanno riconosciuto in modo positivo il ruolo che hanno giocato le richieste dei membri della gerarchia ecclesiastica e dei laici nei loro pronunciamenti su Maria.
Nel 2009, Cardinali e Vescovi di ogni continente hanno chiesto a Benedetto XVI di prendere in considerazione la promulgazione del dogma sulla maternità spirituale di Maria nei suoi tre aspetti essenziali di coredentrice, mediatrice di tutte le grazie e avvocata. Si è giunti a ciò dopo che cinque Cardinali hanno scritto ai Vescovi di tutto il mondo pregando di richiedere al Santo Padre un quinto dogma mariano.
I cinque porporati sono il Cardinale Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India); il Cardinale Luis Aponte Martínez, Arcivescovo emerito di San Juan (Porto Rico); il Cardinale Varkey Vithayathil, Arcivescovo di Ernakulam-Angamaly (India); il Cardinale Ricardo Vidal, Arcivescovo di Cebu (Filippine); il Cardinale Ernesto Corripio y Ahumada, Arcivescovo emerito di Città del Messico.
Alcuni Vescovi, soprattutto in Occidente, considerano una definizione mariana potenzialmente controproducente per l’ecumenismo. Due dei cinque Cardinali che nel 2009 hanno scritto ai Vescovi del mondo, Telesphore Toppo e Varkey Vithayathil, hanno risposto pubblicamente a questa obiezione dichiarando che proclamare tutta la verità sulla Madre di Gesù non farà altro che favorire l’unità cristiana basata su un’unità di verità e fede, unita alla rinnovata intercessione di Maria, Madre dell’unità, come risultato di una proclamazione papale del suo ruolo come madre spirituale universale.
Giovanni Paolo II ha usato il titolo di coredentrice almeno in sei occasioni durante il suo pontificato.
Benedetto XVI, senza usare questo titolo, ha ripetutamente sottolineato la dottrina della coredenzione mariana o “co-sofferenza” con Gesù, in particolare nei Messaggi per la Giornata Mondiale del Malato e nella sua preghiera del 2008 a Nostra Signora di Sheshan per le popolazioni sofferenti della Cina.
Inizi
Riflettendo sugli inizi di questo movimento per un altro dogma mariano, vale la pena di sottolineare che il Cardinal Mercier (1851-1926), Arcivescovo di Malines (Belgio) dal 1906 alla morte, è stato un leader ecclesiastico fondamentale della sua epoca. Oltre all’eroica leadership che ha dimostrato durante la I Guerra Mondiale, ha ospitato il famoso dialogo cattolico-anglicano noto come Conversazioni di Malines e ha ottenuto l’istituzione della festa liturgica della Beata Vergine Maria, Mediatrice di Tutte le Grazie, con la sua Messa e il suo Ufficio. Il suo mentore spirituale è stato il beato monsignor Columba Marmion.
L’esercizio spirituale quotidiano che il Cardinal Mercier raccomandava è valido ancora oggi.
Il porporato scriveva: “Vi rivelerò il segreto della santità e della felicità. Ogni giorno per cinque minuti controllate la vostra immaginazione, chiudete gli occhi alle cose sensibili e le orecchie a tutti i rumori del mondo, per entrare in voi stessi. Nella santità della vostra anima battezzata (che è il tempio dello Spirito Santo), parlate allo Spirito Divino, dicendoGli: ‘O Spirito Divino, amore della mia anima, Ti adoro. Illuminami, guidami, rafforzami, consolami. Dimmi cosa devo fare. Dammi i tuoi ordini. Ti prometto di sottomettermi a tutto ciò che Tu desideri da me e di accettare tutto quello che Tu permetti che mi accada. Fammi solo conoscere la Tua Volontà’”.
“Se fate questo, la vostra vita scorrerà felicemente, serena e piena di consolazione, anche tra le prove. Nelle difficoltà vi verrà effusa la Grazia, dandovi forza per sopportarle, e arriverete alla Porta del Paradiso pieni di meriti. Questa sottomissione allo Spirito Santo è il segreto della santità”.
E’ stata questa sottomissione allo Spirito Santo, ovviamente, il tratto caratteristico della vita di Maria, soprattutto al momento dell’Annunciazione (25 marzo), quando disse “Si compia in me la Tua parola”.
Dialogo
Tra i partecipanti all’incontro del 25 marzo ci saranno l’Arcivescovo Ramon Arguelles di Lipa (Filippine), presidente della Società Mariana-Mariologica delle Filippine, e il sacerdote carmelitano Enrique Llamas, presidente della Società Mariologica di Spagna. Sarà presente anche la dottoressa Judith Gentle, teologa anglicana, autrice e membro della Società Mariologica Nostra Signora di Walsingham del Regno Unito.
La sessione del mattino sarà rappresentata da brevi presentazioni degli oratori, che discuteranno sull’appropriatezza di un quinto dogma mariano in questo momento, mentre la sessione pomeridiana sarà costituita da un dialogo tra gli oratori, la stampa e il pubblico su questo tema.
La Pontificia Accademia Mariana è stata invitata a partecipare al dialogo, ma in seguito “Inside the Vatican” ha notificato che i membri dell’Accademia non parteciperanno. L’evento, che sarà a ingresso gratuito e aperto al pubblico, inizierà alle 10.00 a Borgo Pio, 141.
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* Robert Moynihan è fondatore e direttore della rivist
a mensile Inside the Vatican. E’ autore del libro “Let God’s Light Shine Forth: the Spiritual Vision of Pope Benedict XVI” (2005, Doubleday). Tiene un blog su www.insidethevatican.com e può essere contattato all’indirizzo editor@insidethevatican.com.
[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]