ROMA, giovedì, 11 marzo 2010 (ZENIT.org).- “Non ci sono scuse” per gli abusi sessuali sui minori da parte di esponenti del clero, e questo gravissimo comportamento va affrontato con decisione perché lo si possa “risolvere definitivamente”.
Lo ha dichiarato l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, rappresentante permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altri organismi internazionali a Ginevra, intervenendo questo mercoledì alla 13ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani sui diritti dei bambini.
Gli abusi sessuali sui minori costituiscono “un crimine odioso”, ha affermato come riporta la “Radio Vaticana”.
A una “chiarissima condanna della violenza sessuale contro i bambini ed i giovani”, ha spiegato, Papa Benedetto XVI “ha aggiunto la dimensione religiosa, ribadendo che l’abuso è anche un grave peccato, che offende Dio e la dignità umana”.
“L’integrità fisica e psicologica dei minori viene violata con conseguenze distruttive”, ha segnalato, ricordando che vari studi hanno dimostrato che i bambini abusati sono in seguito più esposti a problemi come “gravidanze adolescenziali, vagabondaggio, tossicodipendenza ed alcolismo”.
“La protezione dalle aggressioni sessuali rimane in cima alla lista delle priorità di tutte le istituzioni ecclesiastiche che lottano per porre fine a questo serio problema”, e “misure concrete per assicurare la trasparenza e l’assistenza alle vittime ed ai loro familiari sono il modo per alleviare la pena, il dolore e lo smarrimento provocati dagli abusi”.
Monsignor Tomasi ha quindi constatato che negli ultimi anni “sacerdoti, religiosi e operatori laici cattolici, in diversi Paesi, sono stati accusati di abusi sui minori e molti sono stati anche condannati”.
“Non ci sono scuse per questo comportamento”, ha commentato.
In questo contesto, “la comunità cattolica continua nei suoi sforzi per risolvere definitivamente questo problema”, e “i colpevoli di tali crimini vengono immediatamente sospesi dall’esercizio delle loro funzioni e trattati secondo la normativa civile ed il diritto canonico”.
Secondo monsignor Tomasi, la prevenzione è “la migliore medicina”.
Per questo, sono necessari “educazione e promozione alla cultura del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni bambino, specialmente attraverso l’impiego di metodi efficaci per l’assunzione del personale scolastico”.