CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 24 dicembre 2008 (ZENIT.org).- A 4 anni dal devastante tsunami che il 26 dicembre 2004 ha spazzato via le coste del Golfo del Bengala di India, Sri Lanka, Indonesia e Thailandia, la Caritas ha avviato una nuova tappa dell’opera nella regione volta a promuovere progetti di sviluppo a lungo termine in ciascuno dei quattro Paesi colpiti.
Dal 2004 la rete internazionale della Caritas e ogni Caritas nazionale dei Paesi interessati hanno promosso un intenso lavoro di opera umanitaria per alleviare gli effetti di una catastrofe naturale che ha provocato più di 220.000 morti, circa 22.000 scomparsi e lo sfollamento di 1,5 milioni di persone e ha interessato tra i 4 e i 6 milioni di persone in tutto il sud-est asiatico.
L’azione della Caritas si è sviluppata nel contesto dei Piani d’Emergenza e Ricostruzione progettati da ogni Caritas locale, che hanno presupposto un investimento di 100.173.000 dollari in Sri Lanka, 6.180.000 in Thailandia, 261.770.000 in Indonesia e 117.500.000 in India.
In totale, negli ultimi 4 anni la rete internazionale Caritas ha destinato ai programmi a favore delle vittime del maremoto 485.623.000 dollari (circa 373 milioni di euro).
I destinatari principali dell’azione della Caritas sono le donne, i bambini, gli anziani, gli handicappati, i pescatori, gli immigrati, i rifugiati e gli sfollati, in ogni caso quelle persone alle quale non è arrivata l’azione di altre reti e organizzazioni. Tutte le azioni svolte per rispondere alle necessità di centinaia di migliaia di vittime si sono basate sui principi che ispirano il lavoro della Caritas nella cooperazione: solidarietà, sussidiarietà, fraternità, trasparenza, indipendenza, austerità ed efficienza.
L’organizzazione caritativa ha lavorato anche in collaborazione con alcune Congregazioni religiose presenti nella zona già prima dello tsunami e che si sono affiancate alla sua azione per alleviare gli effetti del dramma.
Il coordinamento è stato particolarmente intenso con la Compagnia di Gesù in Indonesia; con i Carmelitani, i Claretiani e i Fratelli dell’Amore Misericordioso in India; con i Camilliani in Thailandia. Tutte queste Congregazioni hanno apportato alla ricostruzione negli ultimi 4 anni un totale di 2,12 milioni di euro.
Le strategie di intervento a lungo termine prevedono il rafforzamento comunitario e lo sviluppo integrale sostenibile, la formazione per la prevenzione e la riduzione dei rischi dei disastri, strategie di mediazione per i conflitti e consolidamento delle organizzazioni locali.