di Patricia Navas
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 15 ottobre 2010 (ZENIT.org).- La necessità di valorizzare adeguatamente il settore agricolo e di dare priorità all’obiettivo di liberare la famiglia umana dalla fame è al centro del Messaggio che Benedetto XVI ha inviato alla FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010, che si celebra questo venerdì.
Il testo, inviato al Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), Jacques Diouf, è stato pubblicato questo venerdì dalla Sala Stampa della Santa Sede.
“Il tema dell’odierna Giornata, ‘Uniti contro la fame’, è quanto mai appropriato per ricordare che è necessario l’impegno di ciascuno per dare al settore agricolo la sua giusta importanza”, segnala il Pontefice.
“Ognuno – dai singoli alle organizzazioni della società civile, agli Stati e alle istituzioni internazionali – deve dare priorità a uno degli obiettivi più importanti per la famiglia umana: la libertà dalla fame”, aggiunge.
Per conseguire la libertà dalla fame, indica Benedetto XVI, “è necessario assicurare non solo che sia disponibile sufficiente cibo, ma anche che ciascuno abbia quotidianamente accesso ad esso”.
“Ciò significa promuovere mezzi e risorse necessari per sostenere una produzione ed una distribuzione che favorisca il pieno godimento del diritto all’alimentazione”.
In linea con la sua Enciclica sociale Caritas in Veritate, il Pontefice afferma che “sono necessarie iniziative concrete ispirate dalla carità e dalla verità – iniziative capaci di fronteggiare gli ostacoli naturali legati ai cicli delle stagioni o alle condizioni ambientali, così come gli ostacoli determinati dall’azione dell’uomo”.
“Un importante passo avanti” è stato poi rappresentato dalla “recente decisione della Comunità internazionale circa la tutela del diritto all’acqua”.
Secondo il Papa, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione offre l’opportunità di compiere “un bilancio dei risultati ottenuti dalle molteplici attività dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) per garantire a tanti nostri fratelli e sorelle nel mondo il nutrimento quotidiano” e “per ricordare le difficoltà che si riscontrano quando sono carenti doverosi atteggiamenti improntati sulla solidarietà”.
In questo senso, lamenta che “troppo spesso” “l’attenzione è deviata dai bisogni delle popolazioni, non si dà il giusto rilievo al lavoro dei campi e viene meno l’adeguata cura per i beni della terra”.
“Così si creano squilibri economici e sono ignorati la dignità e i diritti inalienabili di ogni persona”, commenta.
Raccogliendo il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno, il Vescovo di Roma avverte che “se la comunità internazionale intende essere realmente ‘unita’ contro la fame, la povertà deve essere superata attraverso un autentico sviluppo umano, fondato sull’idea di persona come unità di corpo, anima e spirito”.
“Oggi, invece, vi è la tendenza a limitare la visione dello sviluppo alla soddisfazione dei bisogni materiali della persona, soprattutto attraverso l’accesso alla tecnologia”.
Fraternità
Nel suo Messaggio, il Papa si riferisce anche alla crisi: “di fronte alle pressioni della globalizzazione e sotto l’influenza di interessi che spesso rimangono frammentati, diventa saggio proporre un modello di sviluppo fondato sulla fraternità: se esso è ispirato dalla solidarietà e orientato al bene comune, sarà in grado di proporre dei correttivi alla crisi mondiale in atto”.
Per sostenere immediatamente i livelli di sicurezza alimentare, avverte, “vanno pensati adeguati finanziamenti in agricoltura capaci di riattivare i cicli produttivi, anche di fronte all’inasprirsi di condizioni climatiche ed ambientali”.
In questo contesto, “i Paesi maggiormente sviluppati devono essere consapevoli che i crescenti bisogni mondiali richiedono un contributo consistente da parte loro”.
A questo proposito, Benedetto XVI afferma che “la recente meritoria campagna ‘1 BillionHungry’, attraverso la quale la FAO cerca di accrescere la consapevolezza circa l’urgenza della lotta contro la fame, ha evidenziato la necessità di una risposta adeguata sia da parte dei singoli Paesi che da parte della comunità internazionale, anche quando la risposta è limitata all’assistenza o all’aiuto d’urgenza”.
“Ecco perché una riforma delle istituzioni internazionali, pensata secondo il principio di sussidiarietà, diventa essenziale, poiché le istituzioni da sole non bastano”, aggiunge.
Gratuità e giustizia
“Per eliminare la fame e la malnutrizione bisogna superare le barriere dell’egoismo, in maniera tale da lasciare spazio ad una feconda gratuità che deve manifestarsi nella cooperazione internazionale come piena espressione della fraternità”, continua il Pontefice.
“Ciò non esclude la giustizia ed è importante che le regole stabilite siano rispettate ed applicate, come pure i piani di intervento e i programmi d’azione che si rendono necessari”.
Circa l’applicazione degli aiuti, il Papa indica che “ogni persona, popolo o Paese deve avere la possibilità di essere protagonista del proprio sviluppo, utilizzando gli apporti esterni secondo le priorità e le concezioni che trovano radice nelle tecniche tradizionali, nella cultura, nel patrimonio religioso e nella saggezza trasmessa di generazione in generazione all’interno della famiglia”.
“La Chiesa è costantemente all’opera, attraverso le sue strutture, per alleviare le condizioni di miseria in cui versa larga parte della popolazione mondiale, ben consapevole che il suo impegno in questo campo forma parte di uno sforzo comune internazionale per promuovere l’unità e la pace della Comunità dei popoli”, ricorda Benedetto XVI.