RIMINI, martedì, 23 agosto 2011 (ZENIT.org).- “E’ paradossale che proprio nel secolo dove trionfa la cultura del diritto, ci siano persone che vogliono abolire la coscienza, costringendo medici e farmacisti a diffondere sostanze che impediscono la vita”. Così, Pino Morandini, vicepresidente del Movimento per la Vita (MpV), ha aperto martedì 23 agosto al Meeting una tavola rotonda sul tema “Obiezione di coscienza di medici e farmacisti”.
All’incontro hanno partecipato il dott. Andrea Natale, ginecologo, e il dott. Piero Uroda, presidente dei Farmacisti Cattolici Italiani.
Il Vicepresidente del Movimento per la Vita ha raccontato di tanti medici, farmacisti e personale sanitario, che vengono quotidianamente messi sotto pressione affinché vengano praticati aborti e/o vangano distribuite pillole e sostanze abortive.
“Ci sono medici che non ci dormono la notte – ha detto Morandini a ZENIT – perché sanno in coscienza che cosa significa fornire pillole che sopprimono le vite concepite”.
E non si tratta solo della difficoltà nel vedersi riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza. Morandini ha raccontato di vere e proprie minacce di licenziamento.
“Eppure – ha sostenuto il Vicepresidente del MpV – l’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale per una società civile”.
A questo proposito, Morandini che è magistrato del Tribunale amministrativo regionale (Tar), ha spiegato che il diritto all’obiezione di coscienza è chiaramente sancito all’articolo 9 della legge n.194 che regola l’interruzione di gravidanza.
Nell’articolo in questione è scritto chiaramente che “il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 e agli interventi per l’interruzione di gravidanza quando sollevi l’obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione”.
Il diritto all’obiezione di coscienza ha anche un fondamento costituzionale. La Corte ha infatti affermato il diritto all’obiezione di coscienza trova tutela nell’articolo 2 della Costituzione. Con le decisioni n.196/87 e 445/88 la Corte ribadisce il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e a pratiche e procedure per l’interruzione di gravidanza.
“Ne consegue – ha sottolineato Morandini – che anche per rispettare la Costituzione italiana deve essere riconosciuta pure ai farmacisti l’obiezione di coscienza, alla stessa stregua dei medici e degli infermieri”.
“In caso negativo – ha precisato – sarebbe violato non solo il citato articolo 2 della Costituzione, ma anche l’articolo 3 della stessa che sancisce il principio di uguaglianza”.
Il Vicepresidente del Movimento per la Vita ha ribadito che rispettare il diritto all’obiezione di coscienza è una questione di civiltà, e che ogni eventuale tentativo di ridurre tale diritto sarebbe fortemente discriminatorio nei confronti di tutti coloro che riconoscono la vita fin dal concepimento.
“Ridurre o minacciare il diritto all’obiezione di coscienza – ha concluso Morandini – significherebbe minare i diritti inviolabili dell’uomo”.