di Salvatore Cernuzio
ROMA, venerdì 27 gennaio 2012 (ZENIT.org) – Si è concluso ieri, giovedì 26 gennaio, il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, per discutere gli orientamenti pastorali che caratterizzeranno il prossimo anno.
Il Consiglio, iniziato lunedì 23 gennaio, si è svolto in un clima di lavoro “sereno e cordiale, attraversato da forte coesione e dalla volontà di costruire insieme una prospettiva realista e propositiva per l’Italia” ha dichiarato mons. Crociata, segretario della CEI, durante la conferenza stampa che si è tenuta, questa mattina, nella sala Marconi della Radio Vaticana.
La Conferenza Episcopale ha accolto “il metodo e lo stile” della prolusione del cardinale presidente Angelo Bagnasco, che ha invitato i vescovi “ad andare in profondità”, cercando di mettersi “in ascolto” e aiutarsi reciprocamente a “cogliere il soffio della voce di Dio per discernere la strada giusta”.
“Un discernimento complesso e importante”, ha detto mons. Crociata, visto il momento di passaggio “particolare” che la società civile sta attraversando, che pone in luce come “il contributo più necessario e originale che la Chiesa può offrire all’intera società e alla cultura è quello della fede”.
È una consapevolezza, questa, maturata in sintonia con la “provvidenziale” intuizione del Santo Padre di indire un Anno della Fede – in coincidenza del 50° anniversario del Concilio Vaticano II e del 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica – che ha come obiettivo condurre “a una conversione al mistero di Cristo e una rinnovata testimonianza della vita quotidiana”.
“Il nocciolo della crisi che stiamo vivendo è la crisi di fede” ha sottolineato, in proposito, mons. Crociata, ovvero la crisi “delle radici e dei fondamenti dell’essere cristiani, di quel senso umano e degli orientamenti che stanno alla base dell’essere collettività”, perché “per essere uomini come singoli e comunità bisogna credere e avere fiducia in qualcosa”.
Partendo da questi presupposti e dalle indicazioni del cardinal Bagnasco, i vescovi della CEI hanno approfondito diverse linee-guida per il 2012, che permettano di recuperare la fiducia necessaria “per guardare positivamente al travaglio non solo economico, ma anche culturale, che stiamo vivendo”.
Tra le varie questioni sollevate dalla Conferenza Episcopale, in sede al Consiglio: l’approvazione del nuovo statuto della Fondazione Migrantes; una nuova strutturazione delle competenze per la pastorale aerea e marittima, affidando quest’ultima ad un nuovo ufficio all’interno della Segreteria Generale e soprattutto l’esame degli orientamenti riguardo i casi di abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici, come richiesto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alle conferenze episcopali del mondo.
Su quest’ultimo punto, mons. Crociata, ha rimarcato come sia stato sollecitato “un rinnovato impegno da parte della comunità ecclesiale ad affrontare tali questioni con spirito di giustizia” attraverso la “vicinanza doverosa e sentita alle vittime” e “una particolare attenzione alla formazione, di base e permanente, dei futuri presbiteri”, che possa escludere “nel modo più determinato possibile, il ripetersi di questi casi”.
Il Consiglio Permanente ha, inoltre, autorizzato l’invio ai vescovi della terza edizione del Messale Romano; i nuovi parametri per l’edilizia di culto e una nota che conferma il principio dell’ingresso gratuito nelle Chiese per garantire un “equilibrio tra il culto e la giusta ospitalità dei turisti che diventano sempre più consistenti”.
Approvate, infine, le indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo d’istruzione e di formazione. Proprio la formazione è stata uno dei temi maggiormente affrontati nel Consiglio, quale, obiettivo su cui puntare per guadagnare “una nuova forza nell’affrontare questo tempo da credenti”.
A tal scopo i lavori della CEI hanno ribadito la proposta di itinerari formativi, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, che ricompongano “l’alfabeto sociale” che vive di realtà essenziali quali la scuola paritaria e la cultura del lavoro; l’equità, come senso di appartenenza e cittadinanza che rinvia al dovere di pagare le tasse, così come al diritto di accesso alle cure ai malati terminale; e soprattutto la famiglia.
La famiglia, infatti, è la struttura portante della società civile: per essa “è richiesta coerenza da parte di politiche forti ed efficaci, affinché non sia sacrificata all’economia e veda rispettati i propri tempi, la domenica in modo particolare”.
La “domenica”, uno dei temi maggiormente “preoccupanti” per i vescovi italiani, come dichiarato da mons. Crociata, riguarda un aspetto non solo religioso, ma culturale e antropologico più vasto.
“Il rispetto della domenica – ha spiegato il vescovo – equivale al rispetto della persona, al bisogno di recuperare in ‘umanità’. Il riposo che questo giorno rende possibile significa che c’è un’umanità non solo divorata dall’interesse economico, dal consumo, ma che si serve dei beni materiali per vivere in pienezza, che vuole riposarsi per riflettere, curare la propria intelligenza, pregare, altrimenti non si cresce e la crisi economica ne risente” .
“Punto nevralgico” in tal direzione è l’impegno e la riflessione al tema degli adulti; un
tema “interessante – ha confermato mons. Crociata – perché essi sono i veri protagonisti della vita sociale, culturale ed ecclesiale, per il ruolo e la responsabilità che rivestono”.
Al termine della conferenza stampa sono state indicate, inoltre, la data e sede del quinto Congresso Ecclesiale Nazionale, che avrà sede a Firenze nell’autunno del 2015 e alcune nomine formulate, tra cui quella di don Francesco Antonio Soddu, della diocesi di Sassari, come direttore di Caritasi Italiana.