In un’intervista pubblicata dal quindicinale della Diocesi aquilana “Vola”, il porporato, ricordando il suo ministero nella Santa Casa di Loreto – città della quale è stato Arcivescovo dal 1996 al 2005 –, afferma: “Oggi molte case sono atee cioè sono prive di Dio. E dove manca Dio manca tutto!”.
Riferendosi al terremoto che ha sconvolto L’Aquila il 6 aprile 2009, il Cardinale sottolinea l’importanza della ricostruzione delle case, ma avverte che non è abbastanza.
“Oggi, mentre gli aquilani giustamente gridano il bisogno della casa e il diritto della casa, non dimentichino che la bellezza della casa non sono le pareti, ma il cuore delle persone, e il cuore delle persone può essere felice soltanto quando dà spazio a Dio”.
“Il terremoto ci ha scosso e ci ha ricordato che dobbiamo tutti (dico: tutti) recuperare il senso della provvisorietà e aspettare vigilanti l’ora della chiamata di Dio”, aggiunge.
Il Cardinal Comastri indica anche che non si può pensare a una ricostruzione come semplice ritorno alla vita di prima, ma questa deve essere intesa come “una nuova edificazione della famiglia e della società sulla roccia della fede in Dio”.
In riferimento alla Perdonanza, ricorda infine come “ogni giubileo ripropone il pellegrinaggio, che è una metafora della vita con un preciso invito: ‘Esci dall’egoismo, abbatti le pareti dell’orgoglio, fai un passo verso l’amore vero e… troverai Dio e i fratelli e, quindi, una nuova vita e una nuova città’”.