MONTERREY, domenica, 28 agosto 2011 (ZENIT.org).- I Vescovi del Messico hanno espresso una dura condanna nei confronti di un altro atto di violenza collegato al traffico di droga, avvenuto questa volta a Monterrey.
Alcuni uomini armati hanno dato alle fiamme giovedì il Casinò, uccidendo almeno 52 persone. L’attacco è stato uno dei più tragici nel conflitto in corso in Messico relativo al narcotraffico.
Il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo di Città del Messico, ha condannato con decisione l’accaduto.
“Sono persone innocenti della società civile che si aggiungono al grande numero delle vittime della crudeltà e della cattiveria del crimine organizzato, che come una frusta castiga il nostro povero Paese”, ha affermato in una dichiarazione riportata dall’agenzia vaticana Fides.
La Chiesa ha levato varie volte la propria voce contro la violenza che flagella il Messico e le continue minacce dei gruppi armati.
I rappresentanti ecclesiali hanno sottolineato di recente la situazione precaria dei sacerdoti.
Secondo Manuel Corral, segretario per le pubbliche relazioni della Conferenza Episcopale Messicana, almeno 1.000 dei 15.000 sacerdoti del Messico sono stati minacciati indirettamente, e almeno 300 in modo diretto.
A seguito dell’attentato al Casinò, il Presidente Felipe Calderón ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.