“Il coraggioso gesto dei presuli polacchi, compiuto in concomitanza con l’ultima sessione del Concilio Vaticano II, ha aperto una via difficile ma efficace per il processo di riconciliazione tra le due nazioni dopo le tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale”. Così Papa Francesco, in un messaggio a firma del card. Pietro Parolin, ricorda il braccio teso dai presuli polacchi a quelli tedeschi attraverso lettera “Perdoniamo e chiediamo perdono” – di cui ricorrono ora i 50 anni – alla quale seguì la risposta dell’episcopato della Germania. Il Pontefice esorta a seguire tale esempio di riconciliazione compiuto mezzo secolo fa, perchè “anche oggi – scrive – tale gesto può essere modello ed esempio per tutte le nazioni e società che si trovano in difficili situazioni di conflitto”.
In occasione della ricorrenza, le ambasciate di Polonia e di Germania presso la Santa Sede hanno organizzato una serie di eventi religiosi e culturali, tra cui una conferenza nell’Istituto Maria Santissima Bambina, sotto il patrocinio del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Culmine è stata la celebrazione di riconciliazione nel Campo Santo Teutonico, presieduta dal dal card. Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e concelebrata dai cardinali polacchi Stanislaw Rylko e Zenon Grocholewski, da nove presuli polacchi, da numerosi sacerdoti, da mons. Duarte da Cunha, segretario generale della Comece . Presenti anche numerosi ambasciatori presso la Santa Sede, a partire da quello polacco e tedesco. L’omelia è stata pronunciata invece da mons. Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca e vescovo di Poznań (qui il testo integrale)