In una giornata splendente, un’aquila vola lenta e solenne sulle cime innevate delle Alpi al confine fra Francia e Svizzera. Più sotto, il nonno putativo César e l’orfanello Sebastien sentono il lamento di un piccolo stambecco rimasto senza madre, uccisa dai bracconieri. César non esita un attimo a calare il nipotino con una corda lungo uno strapiombo, perché possa trarre in salvo il piccolo. Tornati a casa, César prova a far annusare lo stambecco a una pecora, in modo che possa accettarlo come figlio ed allattarlo. Verso la fine del film, ormai svezzato, verrà lasciato libero sull’altopiano.
Questo inizio dice già tutto sulla poetica del film: piccole comunità di montagna che vivono in stretta simbiosi con la natura e gli animali, una natura che viene amministrata e rispettata. Non è una favola quella che ci viene raccontata ma è la poesia che scaturisce da qualcosa di molto concreto: i ritmi lenti e solenni di una natura generosa che si prende cura degli animali ma anche degli uomini.Fanno da contrasto, quasi corpi estranei, le truppe tedesche di occupazione e le famiglie ebree che vogliono passare il confine (novità introdotta in questo film rispetto precedente serial televisivo giapponese, ricavato anch’esso dal racconto dell’attrice-sceneggiatrice francese Cécile Aubry). Come si comprenderà meglio alla fine del film, il parallelo fra ciò che succede nel mondo animale e quello umano ha lo stesso significato: la necessità di cercare la verità in profondità, senza restare irretiti nei pregiudizi.
L’incontro fra la cagna Belle e Sebastien è venata da molta tenerezza: non è solo espressione della naturale intesa fra bambini (Sebastien ha 7 anni) e animali; Sebastien è orfano, desidera rivedere la madre (gli hanno detto che è andata in America), trascorre la giornata lavorando per il nonno (perché non va a scuola?) e l’amicizia con questo cane, il suo impegno a difenderlo, costituisce per lui un motivo per sentirsi meno solo.
Altri personaggi in questo film hanno una nobile missione da compiere: il medico del paese deve far passare clandestinamente delle famiglie ebree oltre il confine e il nonno César cerca come può di prendersi cura di Sebastien perché così ha promesso alla madre prima che morisse. Perfino fra le file dei soldati tedeschi ci saranno delle liete sorprese. Non c’è il male in questo film quindi? Il messaggio appare essere differente: tutti (uomini e animali) sono intrinsecamente buoni ma possono venir deviati nel loro comportamento da vicissitudini o condizionamenti esterni. Se Belle si è imbastardita perché aveva un padrone che la picchiava, anche i soldati tedeschi, costretti ad obbedire, non sono poi così cattivi.
Il film ha un andamento a volte lento, ma riteniamo sia una scelta coerente con la poetica del film, in sintonia con i ritmi solenni della natura.
In questo modo i più piccoli potranno seguire meglio la storia ma non saranno d’accordo i ragazzi più grandi, abituati ai ritmi serrati dei giochi playstation o ai blockbuster con gli eroi della Marvel. Ma anche per loro, un maggiore contatto con la natura non potrebbe che giovare.
*
Titolo Originale: Belle et Sébastien
Paese: FRANCIA
Anno: 2013
Regia: Nicolas Vanier
Sceneggiatura: Nicolas Vanier, Fabien Suarez, Juliette Sales
Produzione: RADAR FILMS, EPITHÈTE FILMS, GAUMONT
Durata: 104
Interpreti: Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Dimitri Storoge, Margaux Châtelier
Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it